A Roberto Gualtieri ora si chiede autonomia: ecco le dichiarazioni programmatiche tra promesse e poche novità
Sarà l'ora di preghiera quella che domani in Campidoglio sarà riservata alle dichiarazioni programmatiche del sindaco Roberto Gualtieri per i cinque anni del suo mandato. Più o meno un bignamino del programma elettorale, con la stessa idea generica e vaporosa nel dire e non dire quel che si intende fare realmente della Capitale d'Italia. E se l'inizio del quinquennio sarà in linea con il documento che abbiamo letto, toccherà ancora un volta al capo di gabinetto, Albino Ruberti, dover fare da supplente sostanziale del sindaco. Perché amministrare il Campidoglio è una cosa seria e non si può essere superficiali. Dirà domani ai consiglieri comunali il nuovo sindaco di Roma che ha tre obiettivi per la città del futuro: 1) tornare a farla funzionare; 2) tornare a creare lavoro di buona qualità; 3) contrastare le disuguaglianze. Quanto di più scontato possa esserci, non certo un grande segno di novità. Qualunque sindaco potrebbe indicarli.
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Per Roma, probabilmente ci vorrebbe più profondità di analisi nell'esposizione del futuro che la attende. Tra le cose più gustose, in tempi di immondizia dilagante, la solita promessa del ciclo dei rifiuti all'interno della città. Dove, non lo si dice ancora... E che programma è? Un intero capitolo è dedicato - e questo può essere letto positivamente se non sarà propaganda - alla città delle donne, in termini di pari opportunità, tempi di vita e di lavoro, formazione e imprenditoria al femminile. Attraverso quali atti e fatti tutto da verificare nell'azione amministrativa, che magari sarà da auspicare più concreta. Ai giovani Gualtieri promette la delega per la notte, che andrà ben spiegata per evitare facili ironie e centri di aggregazione sociale. Per ora nulla, sui tantissimi luoghi occupati senza titolo nelle proprietà comunali. Forse perché sono per la gran parte di estrema sinistra? Torna la chimera della città in 15 minuti, un capitolo ricco di maiuscole ma che pare davvero da libro dei sogni. Dopo la Raggi sarebbe bene atterrare.
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Larga parte del discorso di Gualtieri riguarderà la gestione - ambiziosa - del Pnrr ma tutto dipenderà ovviamente dai fondi realmente in arrivo e dalla capacità di rispondere ai bandi che via via saranno disponibili per le città italiane. Infine, suscita curiosità il capitoletto «consiliatura costituente», e qui si intravede il vizio d'origine di una personalità non ancora dotata della cultura istituzionale adatta per un sindaco. E che sindaco. Chiederà ovviamente più poteri e risorse per la Capitale, ma già colpisce un passaggio del discorso di Gualtieri: «Quanto ai rapporti con i livelli istituzionali superiori»... scrive il sindaco. No, non esiste nulla di superiore rispetto alla Capitale. Anche perché è la Costituzione della Repubblica a mettere sullo stesso piano lo Stato, le regioni, i comuni... E Roma non è proprio l'ultimo dei comuni. A quei confronti bisogna andarci con fierezza. Autonomia, signor sindaco: è la prima qualità che le si chiede.
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