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Governatori preoccupati per il Natale, Regioni contro i no vax

Dario Martini
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I governatori hanno capito che l’Italia dirà presto addio alla zona bianca. Secondo le previsioni, cinque regioni entro due settimane diventeranno gialle. A quel punto scatterà l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, il divieto per i ristoranti di allestire tavoli con più di quattro persone non conviventi e la riduzione della capienza in cinema e teatri. Poi, se i contagi e le ospedalizzazioni aumenteranno ancora, potrebbero arrivare le zone arancioni, ancora più penalizzanti. Il rischio di un altro Natale senza libertà è concreto. I presidenti di regione vogliono evitarlo in ogni modo. La loro richiesta al governo è semplice: bisogna limitare le restrizioni legate al cambio di colore solo ai non vaccinati. Tutti gli altri devono poter vivere normalmente. Il governo, al momento, frena. «Non abbiamo ancora i numeri dell’Austria», è il ragionamento che arriva dal ministero della Salute. Ma è stato lo stesso Speranza, pochi giorni fa, a dire che «come passeremo il Natale dipenderà da noi». I governatori, però, non possono accettare un nuovo ko all’economia. Limitare i posti a tavola durante le Feste sarebbe l’ennesimo duro colpo per i ristoratori, la categoria più penalizzata da inizio pandemia.

Attualmente, il passaggio dalla zona bianca a quella gialla è legato soprattutto alla situazione negli ospedali. I posti occupati nei reparti Covid ordinari e nelle terapie intensive non devono superare rispettivamente il 15% e il 10%. Il cambio di colore, però, può avvenire anche se i contagi settimanali superano i 150 ogni 100mila abitanti. E secondo un rapporto dell’Associazione italiana di epidemiologia pubblicato domenica, ci sono cinque regioni che tra due settimane avranno più di 250 casi ogni 100mila abitanti. Sono Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano. Le ultime due potrebbero abbandonare il bianco già lunedì. In base ai dati Agenas aggiornati a ieri, infatti, la regione governata da Massimiliano Fedriga con il 14% di posti occupati ha superato la soglia di guardia nelle terapie intensive (il 13% nei reparti ordinari). Il governatore, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni, è giustamente preoccupato. Ieri ha telefonato al collega ligure Giovanni Toti, per mettere a punto la strategia da portare al tavolo convocato per giovedì. «Siamo molto vicini alla zona gialla - ammette Fedriga - Credo che sia imminente. In questi giorni, o nel giro di una settimana, ci saremo. Mi auguro di non arrivare alla zona arancione. Con il giallo le restrizioni sono limitate come l’uso della mascherina all’esterno e in quattro al tavolo in ristorante. Se scivolassimo verso l’arancione cambia parecchio. Le restrizioni non possono essere a carico dei vaccinati, sarebbe eccessivo far pesare la situazione a chi si è fatto due o addirittura tre dosi proteggendo se stesso e la comunità». E ancora: «Se ci fosse un cambio di colore delle regioni, i vaccinati dovrebbero avere maggiori libertà. Chi si è vaccinato, credendo nella scienza, non può pagare il prezzo delle chiusure». Toti fa sapere che anche gli altri governatori condividono questa linea: «Siamo di fronte alla pandemia dei non vaccinati. Quindi, in caso di nuovi provvedimenti, dovranno essere loro a subire le restrizioni. La pensano così molti miei colleghi presidenti di Regione, di destra e sinistra, perché il buonsenso non ha partito e dobbiamo essere uniti nella lotta al virus». Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, ricorda che il vero "salto" in negativo è finire in zona arancione: «Se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati. Non sarebbe giusto far pagare alla maggioranza la scelta incomprensibile di una minoranza». Intanto, se il governo prende tempo, Matteo Renzi esce allo scoperto. Il leader di Italia Viva si spinge ancora più in là, chiedendo di fare come l’Austria: «Sei vaccinato? Ti muovi liberamente. Non sei vaccinato? Vai in lockdown».

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