Ritorna che fai il ministro, Di Battista rivela la proposta del M5s
È un fiume in piena Alessandro Di Battista a “Carta bianca”, martedì 16 novembre. L’ex grillino, voce critica del Movimento 5 Stelle, uscito dal partito dopo il governo di Mario Draghi, interviene nel talk show di Rai 3 sotto la conduzione di Bianca Berlinguer, sui temi dell’attualità e sulla partita del Quirinale. Con sguardo malinconico ricorda la “natura politica” dei precedenti governi, guidati dal M5s: “Un governo dove governano tutti è la morte della politica. I governi Conte 1 e 2 erano maggiormente politici, oggi decide quasi tutto Draghi e il parlamento non esiste”. Il cordone ombelicale con il movimento sembra essersi definitivamente tranciato, l’ipotesi di un ritorno anche con determinate condizioni non sembra rientrare nei piani di Di Battista: “è innaturale per me schierarmi oggi su un'ipotesi senza prima avere davanti questioni politiche. Ahimè quello che sta votando oggi il Movimento 5 stelle mi allontana giorno dopo giorno. Io vado avanti per la mia strada faccio un tour, porto avanti delle battaglie rafforzamento dello stato”.
Anche Di Battista si fa il partito e strizza l'occhio a Casaleggio Junior
Poi confessa di aver ricevuto una proposta per la carica di ministro nel governo “dell’assembramento” ma di aver rifiutato forte della sua fede ai suoi principi politici: “Se il movimento avesse mantenuto quella linea che i dirigenti mi chiesero di mantenere quando mi chiesero “ritorna che magari fai anche il ministro” -a me interessava la linea politica e non la poltrona- Draghi non ci sarebbe. Se i Cinque Stelle avessero tenuto la linea politica del “sì Conte” e “no Renzi”, Draghi non sarebbe premier e Renzi sarebbe fuori dal governo. Si potevano trovare i responsabili che sicuramente pur essendo voltagabbana erano migliori dei renziani che sono il peggio". Infine, sull’ipotesi della salita al colle dell’ex presidente della BCE: “Draghi al Quirinale? Non me lo auguro. Non vorrei un privatizzatore feroce come Presidente della Repubblica. Il fatto che lui sia autorevole è fuori di dubbio ma le sue scelte passate, economiche e politiche, non depongono a suo favore". E ancora la stoccata al nuovo m5s: "Ma come può il Movimento accettare o meno, per il Quirinale, nomi proposti da chi ha perso le elezioni tre anni fa?".