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Lotta al Covid, Natale salvo con la terza dose

Luigi Frasca
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L’aumento dei contagi in Italia tiene in allerta esperti e politica. Con l’avvicinarsi del «generale inverno» e delle festività natalizie l’obiettivo comune è quello di evitare assolutamente nuove chiusure, e la strada maestra resta quella dei vaccini. «Dobbiamo insistere sulla vaccinazione e sul rispetto dei comportamenti individuali e sociali, non dimenticando che anche chi ha ricevuto due dosi può contrarre l’infezione seppure in misura minore», dice il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro. E il consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi, arriva ad ipotizzare un collegamento fra Green pass e terza dose con lo stop al certificato verde a chi la rifiuta.

Interviene anche il ministro della Salute Roberto Speranza a perorare l’immunizzazione. «Voglio fare un appello a favore della vaccinazione, la vera differenza la fa il tasso della vaccinazione - spiega ospite della trasmissione «Che tempo che fa» - I nostri numeri sono positivi, l’86% della popolazione vaccinabile ha fatto la prima dose e l’84% ha completato il ciclo, tra i numeri migliori a livello europeo e mondiale. Non dobbiamo accontentarci, dobbiamo insistere perché la vaccinazione ci consente uno scudo più solido per affrontare le prossime settimane». Poi ha spiegato che nel nostro Paese «al momento manteniamo le regole esistenti. L’Italia è uno dei Paesi che ha preso numerose misure precauzionali, regole di maggiore cautela» e non sono previste restrizioni anche se «non vi è dubbio che verificheremo l’evoluzione della curva e faremo le valutazioni necessarie». E proprio la bontà della misura cardine voluta dal governo Draghi per contenere la pandemia è ribadita dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. «Era l’unica soluzione che avevamo per evitare di chiudere le attività commerciali ed economiche».

 

 

 

 

 

Per l’esponente del M5S «il premier, il ministro della Salute e il commissario Figliuolo hanno ben chiaro cosa si deve fare». Il titolare della Farnesina sottolinea anche come ora altri Paesi stiano correndo ai ripari «inserendo misure più stringenti delle nostre». Anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, rassicura tutti sul fatto che sarà «un Natale libero», ma molto dipenderà dall’andamento della pandemia e della campagna dei richiami vaccinali. Intanto sabato si sono registrati 7.569 nuovi casi e 36 decessi con 445mila tamponi processati e un tasso di positività dell’1,7%. L’aumento dei ricoveri in area medica (+50) e in terapia intensiva (+5) resta contenuto. Sotto questo punto di vista, restano cruciali le prossime due settimane per capire sia l’andamento della curva epidemiologica sia quanto il rialzo dei casi inciderà sulla pressione ospedaliera consentendo a tutte le regioni di restare in zona bianca. Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano restano le osservate speciali.

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