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Gender gap, la legge sulla parità salariale non basta

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L'approvazione di una legge sulla parità retributiva, avvenuta lo scorso 26 ottobre, segna un primo passo verso il superamento della disuguaglianza di genere in ambito lavorativo. L'articolo 37 della Costituzione stabilisce che la donna lavoratrice ha il diritto, a parità di lavoro, di ricevere la stessa retribuzione spettante al lavoratore. In Italia di fatto questa condizione è ostacolata da motivazioni economico-sociali che limitano la crescita professionale della donna, se non addirittura l'accesso al mondo del lavoro. “La parità salariale va unita alla meritocrazia”, afferma Elena D'Aquanno, referente per le pari opportunità del movimento Progetto Italia, “le donne devono avere le stesse opportunità degli uomini di far carriera, devono poter crescere professionalmente per merito e non perché sono donne”.

Anche il World Economic Forum, nel suo Global Gender Gap Report 2021, conferma che il divario di genere è ancora troppo lontano dall'essere risolto, e un'altra generazione di donne dovrà continuare ad attendere la parità tra sessi. Certamente anche la pandemia da Covid-19 ha contribuito a peggiorare la situazione, colpendo proprio quei settori dove si registra una maggioranza femminile. Purtroppo la disuguaglianza di genere abbraccia vari settori: salute e qualità della vita, livello d'istruzione, opportunità economica e partecipazione sociale, empowerment politico e leadership. In ogni ambito è possibile avviare una crescita, mettendo in atto politiche miranti allo sviluppo delle competenze delle donne e l'attivazione di pratiche a tutela dei processi di assunzione e promozione.

Riguardo alla leadership femminile, negli ultimi anni, si è assistito a una crescita del numero di donne in posizioni apicali, e numerose imprese gestite da donne si stanno facendo notare per le loro idee innovative e la rapida ascesa economica. Nonostante ciò, il gender gap resta profondo, nel nostro paese come nel resto del mondo. Secondo i dati ISTAT, nell'UE solo il 33% dei manager erano donne nel 2019, in Italia addirittura non si arrivava al 30%.

Nell'anno della presidenza italiana, lo sviluppo della leadership femminile risulta tra gli obiettivi del G20, traguardo che verrà perseguito anche attraverso la condivisione di esempi virtuosi di aziende che hanno adottato misure concrete per accrescere l'empowerment delle donne. Come imprenditrice nel settore della gestione dei rifiuti, Elena D'Aquanno evidenzia la scarsa presenza di figure femminili al comando in questo settore, soprattutto per quel che riguarda la completa amministrazione del processo di riciclo: “All'inizio del mio percorso ho incontrato qualche difficoltà, ma una gestione del ciclo dei rifiuti al femminile è assolutamente possibile”.

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