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“Rischio enorme di pasticcio”. A Controcorrente la paura di Federico Geremicca sul futuro dell'Italia

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Una difficile situazione attende la politica italiana. Nella puntata del 13 novembre di Controcorrente, talk show serale di Rete4 sotto la conduzione di Veronica Gentili, Federico Geremicca, editorialista ed ex vice-direttore de La Stampa - delinea il complicato quadro che si prospetta nei prossimi due mesi e mezzo: “L’elezione del presidente della Repubblica non si è complicata adesso, si incrociano almeno tre questioni. Oltre alla votazione per il Colle, ma anche la tenuta del Governo e le elezioni anticipate, tre fattori da decidere tutti insieme. Sarà una partita complicata, la premessa perché si elegga un presidente è che il presidente che si elegge non scioglierà le Camere e la legislatura finirà. La motivazione nobile è la preoccupazione per la tenuta del Paese, quello meno nobile, e diciamolo senza ricorrere al solito populismo, è quella delle pensioni dei parlamentari, se non si arriva a settembre non scattano quattro anni e mezzo ed è come se non avessero fatto nulla. L’obiettivo che raggiungeremmo trattando questo problema come populista rende soltanto meno governabile questo Parlamento, che già lo è. Il rischio di pasticcio - sottolinea il giornalista - è enorme”.

 

 

La Gentili cambia radicalmente argomento e chiede al suo ospite di analizzare il comportamento dell’Italia davanti all’esplosione del Covid, un tema su cui Geremicca non ha alcun dubbio: “È un anno che parliamo in continuazione di Covid e vaccino, tutto quello che si doveva sapere si sa, tutti hanno gli elementi per decidere che comportamento assumere. Resta purtroppo uno spazio ampio per la polemica e la propaganda politica, che ha avvelenato quest’ultimo anno. Prendersela con chi ha paura del vaccino e chi non se lo può fare… C’è chi soffia sul fuoco ed ha paura del fuoco. Ci vorrebbero atteggiamenti diversi. Chi deve cambiare linea sono gli altri paesi e non noi, c’è un fatto indiscutibile, in Italia - dice senza timori di smentita - la lotta al Covid è stata fatta nel miglior modo possibile, ci sono stati errori, decine di errori, forse rispetto agli altri paesi europei siamo quelli che ne hanno fatti di meno”.

 

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