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Case rubate ai proprietari, ora si muove il Parlamento

Francesco Storace
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Si corra più veloce di chi ruba le case altrui. E se in Parlamento fanno sul serio c’è da sperare che si riesca a porre fino allo scandalo del «furto di casa», come lo ha efficacemente definito il deputato leghista Luca Paolini. Questi, assieme ai membri leghisti della commissione Giustizia della Camera – come aveva anticipato a Il Tempo il deputato Manfredi Potenti – ha depositato una proposta di legge per risolvere una questione che indigna ogni volta che ci si trova di fronte all’occupazione di una casa di proprietà. Analogamente ha fatto per Forza Italia la deputata romana Anna Grazia Calabria mentre un’iniziativa simile è stata annunciata anche dal Pd, per bocca del segretario regionale Bruno Astorre, al Senato. Stando a quanto ricostruisce la proposta leghista, per via civile, con le norme attuali, per recuperare il proprio appartamento possono passare diversi mesi. Con inevitabili costi economici e sociali. Per non parlare dei danni: la maggior parte delle volte ti devastano casa.

Rendere giustizia, dunque, al proprietario che si trova defraudato di un proprio bene. «Il paradosso tutto italiano è che – scrive Paolini - se un ladro si introduce in casa altrui per rubare e viene colto sul fatto, viene arrestato e processato. Se quello stesso malvivente, invece di andarsene, decide di restare, fare suo quell’immobile con tutti i beni al suo interno, non solo può stare tranquillo di non essere cacciato, ma avrebbe a sua disposizione un lungo periodo di tempo per godersela. Il paradosso nel paradosso è rappresentato da un articolo nello specifico (625 del codice penale) che prevede il furto aggravato per chi si introduce o trattiene in un edificio o altro luogo destinato ad abitazione».

Invece, è necessaria una tutela immediata. In pratica l’idea dei deputati della Lega è di andare a modificare la normativa sui furti, introducendo nel codice penale l’articolo 624 ter per cui «chiunque si impossessa, occupa detiene senza titolo legittimo un bene immobile destinato a domicilio privato, mediante violenza sulle cose, artifizi o raggiri, o comunque impedisce il rientro nel medesimo del proprietario o di chi abbia un titolo legale per occuparlo, è punito con la reclusione da 2 a 6 anni».

La deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria propone di intervenire sull’articolo 633 del codice penale, prevedendo «aumenti di pena e l’inibizione degli allacci delle utenze negli immobili occupati abusivamente, eliminando così quello "stato di necessità" invocato da molti occupanti per usufruire dei pubblici servizi anche all’interno di una casa in cui non hanno diritto a risiedere». Di più: per scoraggiare gli abusi ai danni delle persone fragili – prosegue la parlamentare azzurra – «è inoltre previsto l’aumento di un terzo della pena anche nel caso in cui la persona danneggiata sia over 65, disabile o affetta da grave patologia».

Promette di muoversi anche il Partito democratico, che per ora «studia» la situazione delle case occupate in danno dei loro proprietari. Il senatore Astorre garantisce di voler introdurre «procedure amministrative e giudiziarie più snelle e meno farraginose che possano consentire in tempi brevi e certi la riconsegna dell’abitazione al legittimo proprietario. Troppo spesso, infatti – riconosce anche lui - le persone anziane, lasciando la loro abitazione per un ricovero o per delle visite ospedaliere quando rientrano nelle loro case le trovano occupate abusivamente e senza titolo, e con le serrature cambiate».

L’auspicio è che alle parole seguano davvero i fatti, con la rapida discussione delle varie proposte di legge. Se in Parlamento vogliono, quelle norme si possono discutere e approvare anche nelle commissioni in sede deliberante: basta un sì per restituire giustizia e fiducia a chi le ha perse.
 

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