Reddito decurtato dopo il primo lavoro rifiutato: scatta la revisione del sussidio grillino
Il Reddito di cittadinanza sarà decurtato già dopo il rifiuto di una sola offerta di lavoro congrua. E' quanto sarebbe stato confermato nella riunione a Palazzo Chigi a quanto risulta all'Ansa.
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"Il decalage partirà dopo la prima domanda di contratto congruo rifiutata - ha spiegato all'agenzia di stampa il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli (M5s) -. Tutto il resto delle disposizioni già presentate nella richiesta contenuta nella legge di Bilancio come uscito dal Cdm, rimangono inalterate. Ma per noi era fondamentale che il decalage partisse dopo il primo rifiuto e non in modo automatico". "Il tavolo di questa mattina - ha proseguito Patuanelli - era legato ad alcuni elementi di dettaglio di modifiche che la legge di Bilancio propone per il reddito di cittadinanza. In particolare, per noi era fondamentale che il decalage partisse da un elemento di decisione presa dal precettore e non in modo automatico, perché è chiaro che noi puntiamo a ricollocare tutte le persone che hanno accesso al reddito di cittadinanza; ma il decalage non può partire dopo tre mesi, ad esempio, e quindi questa nostra proposta è stata accolta".
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La manovra dovrebbe arrivare in aula venerdì dopo un'altra serie di riunioni di governo (a quella di oggi non era presente il ministro Franco impegnato a Bruxelles). Intanto, sempre stando a quanto risulta all'Ansa, vengono rivisti anche i requisiti di età per l'anticipo pensionistico con Opzione donna. Nella ipotesi iniziale l'età per Opzione donna si alzava a 60 anni e invece dovrebbero essere confermati i parametri attuali di pensionamento anticipato con 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome.