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Giorgetti rimane senza vie d'uscita con Salvini. Ma arriva l'aiutino di Draghi

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In attesa della riunione del consiglio federale della Lega - che si annuncia abbastanza teso - il ministro Giancarlo Giorgetti ha fatto un giro di telefonate per capire quanti dei suoi uomini sono pronti ad andare allo scontro con Matteo Salvini.

 

A quanto pare, i più gli consigliano prudenza. Il che per un uomo considerato prudente per antonomasia equivale all’invito a disertare i lavori.

 

“E come faccio”, si chiede il ministro. Provvidenziale potrebbe essere l’aiutino del presidente del Consiglio Draghi, che a quanto pare ha convocato per le 16 il consiglio dei ministri. All’ordine del giorno la legge sulla concorrenza, che reca proprio la prima firma di Giorgetti. Come fa a non essere presente?

 

Il consiglio federale è alle 18 e basterebbe una pizza “programmata” con Di Maio per cavarsela con i consueti “impegni di governo”.

Altrimenti, rischia di trovarsi di fronte ad una specie di (metaforico) plotone di esecuzione leghista. Oppure supplicare una nota congiunta di cui parlava stamane il veneto Bitonci. A fine serata se ne capirà finalmente qualcosa

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