Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Retroscena Quirinale, scatta il panico Pd-M5s. Il vero ostacolo sulla strada di Draghi

  • a
  • a
  • a

Le parole affidate dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, a Bruno Vespa nel suo ultimo libro fanno esplodere il vaso di Pandora del Quirinale. Se non c'è la possibilità di un Mattarella bis allora va bene Mario Draghi, che al Colle guiderebbe lo stesso il "convoglio" di governo in una sorta di semipresidenzialismo de facto, il ragionamento del leghista. Che oltre a far arrabbiare Matteo Salvini, secondo quanto riportato da alcuni retroscena, fa emergere nuove ipotesi sull'elezione del presidente della Repubblica, a gennaio. 

 

Il problema è distinguere tra messaggi veri e bluff, si legge in un retroscena di Libero che approfondisce l'ipotesi di Draghi al Quirinale. Neanche Giuseppe Conte lo esclude: "nessuna preclusione" ma non è la prima scelta. Il candidato ideale è, neanche a dirlo, "una figura di alto profilo, che possa essere una garanzia per l'unità nazionale". "Io sono un grande estimatore del presidente Draghi e lavoriamo convintamente ogni giorno. Però non mi presto adesso al totonomi, è troppo presto", ha detto Luigi Di Maio, a DiMartedì. E ha osservato che se si andasse al voto anticipato a febbraio, "un governo non lo avremo prima di giugno o luglio. Cioè quando dovremo iniziare a spendere i 230 miliardi di euro dei fondi europei non avremo un governo nel pieno dei suoi poteri".

 

Mentre Matteo Renzi insiste con Pier Ferdinando Casini ("È un ex-presidente della Camera dei deputati, in molti casi gli ex-presidenti della Repubblica sono stati prima presidenti di uno dei rami del Parlamento") il Pd solleva scudi contro l'uscita di Giorgetti. Il fatto è che "nessuno, infatti, ad eccezione di Giorgia Meloni, vuole che questa legislatura finisca prima del tempo. E Luigi Di Maio, ieri alla Stampa, lo ha ridetto: tornare al voto è impensabile" è l'analisi del quotidiano.

 

C'è però un'altro aspetto da considerare. Se Draghi dovesse accasarsi al Quirinale, quale figura potrebbe tenere insieme l'attuale variegata maggioranza? "La scelta naturale ricade su Daniele Franco, ministro dell'Economia. O su Renato Brunetta, il ministro più anziano. Ma i partiti accetterebbero la loro autorità, come ora fanno con Draghi? Oppure si scivolerebbe al voto? Questo è lo spettro che fa escludere, a detta di molti, l'ipotesi". Ma sul voto per il capo dello Stato c'è una grossa incognita: "Questo è un Parlamento senza capi che guidano le truppe. Il gruppo più numeroso, il M5S, è balcanizzato. Il Misto, che conta 100 parlamentari, è una nebulosa. Il Pd è fatto di mille tribù" confessa un esponente dem. Tutto è possibile. 

Dai blog