"Su Conte e Arcuri non si può indagare". Schiaffo della maggioranza a Fratelli d'Italia, Meloni furiosa
Respinta la richiesta di FdI di una commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia: "L'emergenza è ancora in corso..."
Su Conte, Arcuri e la loro gestione dell'emergenza Covid non si può indagare, almeno per ora. Lo denuncia Fratelli d'Italia, svelando come la maggioranza abbia ancora una volta reso vana la richiesta di una commissione d'inchiesta sulla prima fase della pandemia.
"I banchi a rotelle, le mascherine, il commissario Arcuri... da mesi si discute dell'avvio di una commissionedi inchiesta sulla Sanità e sulla gestione del Covid. Ma oggi c'è stata l'ennesima presa in giro da parte della maggioranza". Lo ha sottolineato il presidente dei senatori di Fdi Luca Ciriani, uscendo
dalla capigruppo a palazzo Madama. "Fdi ha depositato una pdl a maggio e oggi pomeriggio è andata in onda l'ennesima giustificazione irritante e ridicola: la commissione - ha spiegato Ciriani - non si può fare perché siamo ancora in emergenza. Per cui noi abbiamo chiesto che la prossima capigruppo calendarizzi la proposta, trasmettendola all'aula senza il relatore, come è stato fatto per il ddl Zan contro l'omofobia".
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"Prima del Covid - ha aggiunto Francesco Zaffini, capogruppo Fdi in commissione Sanità - tutti i gruppi avevano presentato delle pdl per la commissione di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale. Abbiamo tentato di comporre un quadro di condivisione, sostanzialmente il centrodestra era d'accordo; il M5s aveva un proprio testo, così come Iv che, tramite il capogruppo Davide Faraone, aveva depositato un testo per una commissione bicamerale di inchiesta sulle spese per il Covid ma, alla fine, è venuto fuori il solito teatrino".
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"La maggioranza ha sostenuto che non si può indagare perché c'è ancora l'emergenza. Insomma in pratica è come se avessero detto che se il rubinetto perde non si può chiamare l'idraulico, finché l'acqua non si esaurisce. Una giustificazione ridicola", ha concluso Zaffini, mostrando tutta la sua rabbia condivisa dal partito e dalla leader Giorgia Meloni.