due piani

I dubbi di Matteo Salvini sulla corsa al Quirinale: l'idea Silvio Berlusconi e le mosse di Mario Draghi

La corsa al Colle resta al centro del dibattito politico. Mentre mancano tre mesi all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, e ogni dibattito su presunti candidati è forse ancora prematuro, i leader dei partiti iniziano a ’posizionarsi'. Il nodo centrale resta una eventuale elezione di Mario Draghi al Quirinale e l’ipotesi di un conseguente voto politico anticipato rispetto al 2023 o la formazione di un nuovo esecutivo - sarebbe il quarto della legislatura - con un premier diverso, potenzialmente sostenuto o meno, per un anno, dalla stessa larga maggioranza. "Se mi chiedono se Draghi sarebbe un buon presidente della Repubblica, rispondo che lo voterei domattina. Ma sul Quirinale gli scenari cambiano ogni momento. Draghi è certamente una risorsa per il Paese, ma non so se voglia andarci", prende tempo Matteo Salvini, in un’anticipazione del libro di Bruno Vespa. "Anche se ci andasse, non credo che ci sarebbero le elezioni anticipate", aggiunge il segretario della Lega. 

 

  

 

Nel partito di via Bellerio si spiega che la linea di Salvini non è cambiata. Il ’piano A' per i leghisti è eleggere un presidente della Repubblica di centrodestra e, in tal caso, il candidato naturale sarebbe Silvio Berlusconi. Ma prima bisogna capire cosa vuole fare il presidente del Consiglio in carica. In ogni modo, diversamente dall’alleata Giorgia Meloni, Salvini non vede in questo Parlamento la possibilità di un voto politico anticipato.