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Meno male che Draghi è un genio, Travaglio a valanga contro le pensioni

Giorgia Peretti
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Marco Travaglio e l’interminabile monologo contro Mario Draghi. Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” è ospite come di consueto a “Otto e Mezzo”, nella puntata di venerdì 29 ottobre. Il tema sulla scrivania di Lilli Gruber è la manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri nelle scorse ore. Dopo aver accusato il leader della Lega, Matteo Salvini di essersi intestato il merito di far “tornare la legge Fornero” il giornalista si scaglia contro il premier e la “cultura autoritaria dell’inchino”. “Salvini ha ottenuto il miracolo di far tornare la legge Fornero fra un anno – esordisce Travaglio - Non so a che titolo s’intesti questo capolavoro, visto che aveva preso un sacco di voti promettendo: "mai più la legge Fornero”. Questa è la grande riforma...il ritorno a 10 anni fa. Tutti i partiti avevano detto "mai più legge Fornero" adesso arriva il genio (Mario Draghi nda) e che cosa fa? Invece di fare una riforma delle pensioni calibrata e chirurgica, che tenga conto dei lavori usuranti, ci dice che l'anno prossimo ci sarà quota 102 e tra due anni torniamo alla Fornero”. E prosegue: “Meno male che abbiamo un genio perché se avevamo una pip*a chissà che cosa si inventava”.

 

 

 

 

 

Per l’occasione del G20 di Roma, la conduttrice fa notare come il presidente Usa Joe Biden abbia elogiato il lavoro di Draghi. Ma anche qui Travaglio propone la sua chiave di lettura: "Io non ho mai visto un presidente americano venire in Italia e dire al premier italiano che è un cretino. Di solito, tra di loro, almeno in pubblico, si dicono le migliori cose. Noi abbiamo visto presidenti americani che elogiavano come un genio Silvio Berlusconi e non mi pare che ci abbia lasciato un grande ricordo”. Infine, grida alla “cultura dell’inchino”: “C'è una cultura autoritaria dell'inchino, del non disturbare il manovratore. Quando viene applicata a qualcun altro meno “pop” di Draghi fa gridare tutti al fascismo. Quando viene applicata a questo governo sembra normale, ma non è normale che ogni giorno chiunque osi dire “bah” al presidente del Consiglio venga immediatamente criminalizzato come un sabotatore, un nemico del popolo”.

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