Doppio incarico con giallo. All'Economia carte nascoste per il capo gabinetto
L'interrogazione del deputato di Fratelli d'Italia Andrea Del Mastro Delle Vedove
Il falsacarte sulla scrivania. Al ministero dell’economia – il luogo decisivo di ogni intreccio di potere – c’è un capo di gabinetto che suscita qualche dubbio, al punto che cominciano a fioccare le interrogazioni.
Giuseppe Chiné è l’uomo che supporta il ministro Daniele Franco nella definizione degli obiettivi dell'amministrazione. È la persona di raccordo con il vertice politico del ministro. È il soggetto decisivo per i sì e i no da pronunciare. Su una figura di quel livello e di quel potere – tanto più in quel ministero – non ci possono essere dubbi. Che invece affiorano in Parlamento. L’ultima interrogazione l’ha presentata nelle scorse ore il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Del Mastro Delle Vedove, che nella vita fa anche l’avvocato ed ha una discreta conoscenza delle norme. Insomma, sa dove piazzare le sue curiosità. Che a quanto pare non sono solo sue. Nei mesi scorsi, su Chiné ha presentato un’interrogazione – ma al Senato – anche l’onorevole Elio Lannutti, ex Cinque stelle.
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Quando Chiné è stato nominato capo di gabinetto all’Economia, ha "dimenticato" di indicare – era metà febbraio - il suo ruolo di Procuratore federale della federazione gioco calcio, come facente funzioni e con pienezza di poteri, in carica dal dicembre 2019. All’atto della nomina ministeriale, una semplice omissione? L’incarico calcistico, in scadenza a giugno 2021, viene rinnovato nel mese di aprile. E a luglio Chiné è confermato nella carica, ma stavolta comunica la nomina sportiva. Con un errore, o «un falso», accusa Delmastro nell’interrogazione parlamentare. Perché Chiné dirige la Procura federale appunto da dicembre di due anni prima, dopo le dimissioni del prefetto Pecoraro, suo predecessore.
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All’epoca si pensava ad un incarico di breve durata, fino ad agosto 2020, ma fu prorogato di un anno causa emergenza Covid. Perché suscita imbarazzo questa storia? Perché il capo di gabinetto dell’economia dirige il traffico di svariati quattrini, ovviamente. Una parte è indirizzata anche verso il mondo delle sport e le varie federazioni, segnatamente anche quella del calcio, per la quale è chiamato a giudicare. È normale? Finora nessuno ha risposto ad interrogativi emersi, anche se in maniera parziale pure a mezzo stampa. E ci si chiede se si dovrà attendere ancora molto per capire che cosa è accaduto tra febbraio e luglio, con due certificazioni sottoscritte da Chiné ognuna con una differenza di non poco conto dall’altra. Ricorda Delmastro che se si dichiara il falso ci sono «sanzioni penali».
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A febbraio Chiné indicava la sola carica di Giudice Tributario ricoperta dal 2012, omettendo quella di Procuratore Federale; ma a luglio, come abbiamo visto e modificando la data di inizio dell’incarico, invece «compariva, magicamente seppur tardivamente, la carica di Procuratore Federale ricoperta dallo stesso». Perché? Denuncia l’interrogazione: «Il Sig. Giuseppe Chinè, per quanto consta all’interrogante, infatti svolge le funzioni di Procuratore Federale a far data dal dicembre 2019». Se la dichiarazione è «mendace», conclude l’interrogazione, che cosa vuol fare il ministro dell’economia del suo capo di gabinetto?
La domanda vera è infatti: il capo di gabinetto del Mef può dichiarare il falso mentre assume un incarico così importante? Tanta superficialità si ripeterà anche in occasione della verifica di tutti i numerosissimi curriculum che transiteranno al ministero per le nomine? La Figc, ad esempio prega su un’operazione del valore di 500 milioni euro sui contributi previdenziali da parte del governo. Chi istruisce la pratica? Il Mef ha il 100 per cento di proprietà della società Sport e salute. Di lì passano i contributi pubblici alle federazioni sportive. Conterà o no la parola del capo di gabinetto del ministro?
Dubbi che hanno necessità di risposte chiare ed esaustive. E saremo felici se saranno fugati. Ma se si attende persino a rispondere ad interrogazioni parlamentari le nubi aumentano. Sia il ministro Franco a prendere l’iniziativa, per un dovere di trasparenza nei confronti della pubblica opinione.