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Omnibus, Maria Teresa Meli ridicolizza Pd e M5S sul ddl Zan: Letta e Conte incapaci di gestire i loro gruppi
Il ddl Zan e la sua bocciatura in Senato sono al centro della puntata del 28 ottobre di Omnibus, programma di La7 condotto da Gaia Tortora. Un’analisi del quadro politico che ha portato alla caduta della legge voluta dalla sinistra è disegnato da Maria Teresa Meli, giornalista del Corriere della Sera ospite in collegamento: “Nel Parlamento è stata fatta da parte di tutti e intendo Pd, M5S, Fratelli d’Italia, Salvini e Italia Viva una battaglia che nulla aveva a che fare con il merito della Legge Zan. Se avesse avuto a che fare con la legge Salvini e La Russa non avrebbero cantato di gioia quando la legge è crollata, il Pd avrebbe accettato due-tre cose, se non altro per sgombrare il campo dagli equivoci e togliere alibi alla controparte. Di questa legge non fregava nulla a nessuno e lo si è capito subito, come si era capito subito come sarebbe finito il voto di ieri. Era palese e lampante”.
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“È - prosegue l’invettiva della cronista - agghiacciante vedere il menefreghismo delle forze politiche su questi problemi. Enrico Letta e Giuseppe Conte non sono in grado di gestire i loro gruppi. A parte la favola che tutti i franchi tiratori erano di Italia viva, si sa che non lo sono, almeno per intelligenza politica da parte di Matteo Renzi. Non è un fesso che è volato in Arabia Saudita e ha detto ai suoi di votare contro la legge. Sarebbe stato un regalo al Pd ed è chiaro che non è andata così. All’interno del Pd - la Meli si rivolge ad Anna Ascani, deputata dem presente in collegamento ad Omnibus - erano in molti ad avere obiezioni su questa legge, su come era stata scritta e non soltanto sul merito. Non era scritta benissimo, anzi era scritta abbastanza con i piedi. Era ovvio che ci sarebbero stati dei franchi tiratori”.
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La Meli a questo punto mette in scena due ipotesi: “O il Pd ha deciso scientemente di sabotare il ddl Zan o il Pd non sa fare i calcoli e non capisce gli umori e i sentimenti dei parlamentari altrui e soprattutto dei propri. Questo è un campanello d’allarme per future votazioni, in particolare per quella sul presidente della Repubblica, perché si capisce che nessuno è in grado di gestire i gruppi parlamentari. Anche lì ci saranno franchi tiratori ed è un problema. C'è necessità di un accordo ampio - conclude la Meli smontando l'ipotesi della maggioranza Ursula per un candidato al Quirinale o la possibilità di vedere Berlusconi al Colle - sennò ci saranno votazioni al massacro in questo Parlamento”.