revisione delle spese
Per i soldi del Recovery riecco anche mister Forbici. Nasce il comitato per evitare gli sprechi
Mister Cottarelli anche detto Mister forbici è rimasto negli annali per aver, alla fine tagliato ben poco di spesa pubblica, rispetto a quanto illustrato in un suo poderoso dossier. Le resistenze alle economie e ai risparmi di ministeri e società pubbliche vinsero, quando era in carica durante il governo Letta, la battaglia contro le mire dell’ex dirigente del Fondo monetario internazionale. Della cosiddetta revisione della spesa rimase ben poco. Forse il titolo e l’intenzione. Ora però il governo Draghi ci riprova e, nel decreto Recovery, approvato ieri dal consiglio dei ministri, nato per agevolare la cosiddetta messa a terra del Piano di Resilienza nazionale, torna un articolo destinato alla riforma (giustamente visto che finora non aveva funzionato) della spending review. Memore delle passate esperienze però il comitato di controllo sulle risorse europee sarà questa volta al Ministero dell’economia e delle finanze. Lì sarà stabilito un organo ad hoc al quale partecipano dirigenti dei ministeri coinvolti, un componente della segreteria tecnica del Tesoro, e rappresentanti di Bankitalia, Istat, Corte dei conti. Il nuovo controllore sarà guidato dalla Ragioneria generale dello Stato e «opera in relazione alle linee guida stabilite dal Presidente del Consiglio e riferisce al Ministro dell’economia». Per ora Cottarelli, dunque, non sarà richiamato in servizio.
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Il testo del decreto contiene però altre importanti norme scritte per aumentare l’efficienza di spesa delle risorse del Pnrr. Arrivano così l’ecobonus per gli alberghi e le risorse per risollevare attraverso la digitalizzazione il settore del turismo. A disposizione ci sono 2,4 miliardi che, con l’effetto leva del credito e degli investimenti privati, potranno aumentare fino a quasi 7 miliardi. Arrivano anche bonus per chi investe in formazione digitale con altre risorse iniettate nel «Fondo per la Repubblica digitale». Porte più aperte nella pubblica amministrazione anche ai professionisti che potranno avere un accesso più semplice nel settore pubblico per partecipare ai progetti del Pnrr. Previsti anche gli interventi per contenere il disagio abitativo e riqualificare le periferie. Il decreto distribuisce subito 2,5 miliardi per combattere il degrado delle città. Le norme intendono anche accelerare le procedure e viene rafforzata l’unità per la semplificazione a Palazzo Chigi.
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Grandi progetti anche per l’istruzione. Ci sono fondi per la mobilità dei professori universitari e ricercatori e risorse per la flessibilità dei percorsi di laurea. Vengono introdotte le norme per rafforzare il sistema delle borse di studio e per accrescere gli alloggi a disposizione degli studenti. Arriva anche un concorso per la progettazione di scuole innovative. Per il turismo arriva l’ecobonus che agevola i lavori di riqualificazione fino all’80% e un contributo a fondo perduto fino a 100mila euro per la ristrutturazione degli alberghi. C’è anche un contributo diretto del 35% per i lavori tra i 500 mila euro e i 10 milioni insieme a un credito d'imposta del 50% per lo sviluppo digitale di agenzie e tour operator. Mezzo miliardo di euro sarà a disposizione dei progetti per Roma Caput Mundi. Sempre con un occhio al turismo nascerà anche un nuovo Fondo dei fondi denominato «Fondo ripresa resilienza Italia». Il provvedimento dà una spinta agli investimenti, con la riforma del contratto di programma tra il Ministero della mobilità e Rfi per gli investimenti ferroviari, ma anche attraverso un taglio dei tempi per le autorizzazioni ambientali strategiche (Vas). Cambia la gestione commissariale di Bagnoli che passerà nelle competenze del sindaco di Napoli e viene aumentato il ruolo del commissario di Taranto e quello del commissario unico per le bonifiche delle discariche abusive. Nel decreto infine un pacchetto di norme per rafforzare il sistema di controlli contro le infiltrazioni mafiose.