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Un posto al sole? Mario Draghi dia qualcosa da fare alle Camere spensierate e impegnate su dibattiti di basso livello

Francesco Storace
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A fine seduta, quando ero parlamentare, mi capitava di chiedere la parola per fatto personale. Magari si trattava di una questione che aveva scosso la pubblica opinione e che mi colpiva particolarmente. Oppure una vicenda riguardante il mio collegio elettorale. O anche - soprattutto in questi casi – se mi sentivo colpito sul piano personale, appunto. Trasformando Franco Bechis in un presidente della Camera d’epoca, chiedo al direttore-presidente licenza di intervento per quel tantinello di indignazione che può prendere anche i nervi di un ex politico. Ma quello che racconta oggi Carlantonio Solimene ha dell’incredibile se è vero come è vero che si presenta un’interrogazione a Mario Draghi (a Draghi!) per la collocazione oraria di Un posto al sole, la soap opera di RaiTre. L’ha depositata il Cinque stelle Luigi Iovino, che lascerà una traccia fondamentale nella storia della Repubblica. E la pandemia? E il Pnrr? E le riforme? Pietà la chiediamo noi a Draghi.

 

 

Restituisca qualcosa da fare e di più serio, il premier, a questi ragazzi che stanno in Parlamento a bighellonare per questioni che al massimo potrebbero meritare l’attenzione sbadigliata della commissione di vigilanza Rai (bei tempi, quegli scontri sulla tv!) e che invece fanno planare su Palazzo Chigi. La riforma delle pensioni? Prima «Un posto al sole», magari quello loro. Le priorità degli italiani? La legge Zan, ovvio, per la quale si accapigliano su una tagliola destinata per fortuna alla discussione di una norma e non a ciò a cui teniamo di più. E perché, vuoi mettere quanto sia fondamentale approvare una bella spolverata con la Cannabis? E dove lo mettiamo, nel calendario parlamentare, lo ius soli? Davvero c’è da rimanere allibiti di fronte a quello che prendendo in prestito il vocabolario di Luciana Lamorgese potremmo definire la «forza ondulatoria» di un Parlamento che prima va a casa e meglio ci troviamo tutti quanti.

 

 

Di pensioni e Covid, come di vaccino e terza dose ovvero di green pass, ormai si discute solo nei talk show televisivi e forse per questo si vuole creare su RaiTre uno spazio per i dibattiti e le interviste di Lucia Annunziata. Ma che questo debba diventare oggetto di interrogazioni al premier non avremmo potuto immaginarlo neppure con la fantasia che negli anni giovanili ci veniva attribuita. Tutto questo succede anche perché ci siamo bevuti la democrazia. Ormai il dibattito parlamentare è ridotto al minuto, tutto per decreto e i parlamentari costretti a mendicare argomenti altrove per tentare di recuperare un po’ di visibilità personale. Ma che diranno agli elettori quando finiranno il loro mandato? Aiutateci a ritrovarlo, quel posto al sole? Draghi sia gentile. Non risponda a quell’interrogazione, chiami quel deputato tanto preoccupato, lo convochi a Palazzo Chigi, lo affidi a un buon funzionario del servizio legislativo - ne ha di ottimi in quegli uffici - e gli faccia spiegare la funzione del Parlamento. È vero che ora è un po’ giù di corda, ma lo rassicuri che prima o poi tornerà una piena democrazia e anche lui, l’onorevole disperato, troverà qualcosa di più serio da fare. Se gli elettori gli restituiranno il posto al sole.

 

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