Quirinale, perché Silvio Berlusconi ci crede. Contatti frenetici, chi voterà (in segreto) per il Cav
In vista dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica - sempre che Sergio Mattarella non venga convinto a concedere il bis - nell'area del centrodestra si fanno i conti sulla grande chance di Silvio Berlusconi per salire al Colle. A muovere le sfere del pallottoliere è il Corriere della sera che in un retroscena fissa per la quarta votazione il momento decisivo per la corsa al Quirinale.
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Allora saranno sufficienti 505 grandi elettori. "I numeri oggi dicono che se il centrodestra si presentasse compatto e convinto sul leader azzurro avrebbe 451 voti", ossia la somma di Forza Italia (127), Fratelli d'Italia (58), Lega (197), Coraggio Italia e centristi vari (31), Noi con l'Italia-Sgarbi (5). Poi ci sono i 33 delegati regionali.
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Tirate le somme, ne mancano 54. Ma la missione non pare impossibile, sono pronti a giurare veterani dei palazzi romani. "Ma cosa che vuoi che siano" 54 voti, "la forza della candidatura di Berlusconi è la garanzia che la legislatura continuerebbe", dice un deputato navigato non del centrodestra.
Non saranno troppi, 54 voti, ma dove trovarli? "Dalle parti di villa San Martino gli esperti di numeri confidano nella debolezza di una classe parlamentare che in larga parte è conscia di non essere rieletta, anche per il taglio del numero di deputati e senatori", si legge nel retroscena. L'identikit è presto fatto: franchi tiratori grillini, renziani e peones vari,
Paolo Romani, a lungo fedelissimo di Berlusconi e oggi con Giovanni Toti, dice che "l'aiuto a Berlusconi non arriverà certo da Alternativa C'è, dove ci sono ex grillini tutti antiberlusconiani. Semmai puoi intercettare qualche ex pentastellato nel Misto spaventato dall'ipotesi Draghi al Colle, oppure i renziani che sono 43 fra Camera e Senato".
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Ma questi ultimi puntano su Pier Ferdinando Casini, ma la prospettiva, va ricordato, è quella della quarta votazione. Allora saranno utili anche i voti del Misto, gruppo di 51 parlamentari "che annovera fra gli altri Lello Ciampollilo, noto alle cronache parlamentari per aver salvato all'ultimo secondo il governo Conte II, scomodando la moviola. Oppure Andrea Causin, ex azzurro". Ma anche Ricardo Merlo, senatore del Maie, che fra Montecitorio e Palazzo Madama può mobilitare 5 o 6 grandi elettori. Insomma, la partita sembrava chiusa ancora prima che si iniziasse a giocare. Ma forse non è così.