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Mps, come al solito pagano i pensionati. Bugie di Letta sulla crisi della banca rossa

Francesco Storace
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Siena ha votato, Enrico Letta è stato eletto, il Monte dei Paschi può continuare a campare tartassando gli italiani.  La musica non cambia, sempre Pantalone paga nel collegio elettorale più costoso del Paese: la trattativa fallita tra Stato e Unicredit per l’acquisizione della Banca rossa è servita solo a illudere i senesi e a strappare il seggio per il segretario del Pd. Si tratta dell’ennesima trappola escogitata dalla sinistra per farla franca: adesso faranno finta di non aver ceduto alle richieste di Unicredit e l’alternativa resta tra un ulteriore esborso miliardario dello Stato per mantenere la baracca o licenziare col prossimo acquirente migliaia di lavoratore.

 

Per ora l’unica strada che rimane al nostro governo è quella di implorare pietà all’Unione Europea per concederci una proroga oltre dicembre 2021: tanto i quattrini che serviranno per ricapitalizzare il Monte, per l’ennesima volta, si prenderanno dalle tasche del popolo. Mario Draghi avrà sempre questo argomento per non farsi rompere le scatole da Bruxelles. E siccome tutti dicono che il premier italiano in Europa è molto ascoltato, nessuno nutre dubbi sui sorrisi e le pacche sulle spalle che SuperMario riceverà dalla Ue per non farsi rimproverare l’eccessivo ottimismo sulle sorti della Banca rossa. 

 

Ovviamente nessuno oserà chiedere conto a Draghi e al ministro dell’economia Franco dei ritardi nella trattativa. Non si poteva disturbare la campagna elettorale di Letta, che non è un pericoloso sovranista da evitare di incontrare. E questo è l’aspetto più oltraggioso che si possa raccontare: perché per settimane Letta ha detto ai senesi che lui si candidava lì per garantire il marchio e i lavoratori. Ma la fine del film prevede un copione drammatico.

Ora, la strada è libera per il naufragio della banca, a meno di una costosissima ristrutturazione: ma il marchio resta a rischio, gli esuberi appesi alla volontà di un nuovo acquirente diverso da Unicredit – se lo si troverà – l’integrità territoriale del Monte sarà un miraggio.

 

Eppure erano proprio questi gli elementi che bisognava garantire per poter uscire con soddisfazione da una vertenza condotta malissimo: tra poco a Siena dovranno cercare forconi in casa per le bugie che si sono sentiti raccontare. Letta adesso manda avanti i suoi a tentare di spargere ottimismo dopo i danni provocati da decenni di gestione dissennata lungo l’asse Pc-Pds-Ds-Pd. Le solite promesse con cui hanno raggranellato i voti servivano al loro leader per passare indenne la campagna elettorale e nulla di più concreto. Sicuramente, ricapitalizzare la banca costerà diversi altri miliardi dopo quanto già dilapidato. L’ultima volta lo Stato utilizzò l’Imu per salvare Mps, se i calcoli che si stanno facendo in queste ore sono realistici altro che legge Fornero e quota 100. Faranno strage di diritti sociali. Lui, Enrico, l’onorevole Enrico, si può permettere di fare orecchie da mercante, ora sembra Alice nel paese delle meraviglie. Tanto a Siena lo hanno votato lo stesso.
 

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