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Vittorio Feltri sbugiarda la sinistra: “Passate le elezioni è sparito l'allarme fascismo”

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“Archiviate le elezioni amministrative vinte complessivamente dalla sinistra maggiormente mediocre della storia italiana, i lettori avranno notato che non si parla più di minacce fasciste”. Inizia così l’editoriale di Vittorio Feltri, direttore di Libero eletto in consiglio comunale a Milano nella lista di Fratelli d’Italia. Il giornalista, nell’edizione del quotidiano del 24 ottobre, se la prende con la sinistra e con tutto quel movimento d’opinione che non ha fatto altro che parlare di un ‘pericolo nero’ nei giorni che hanno preceduto le amministrative, sia prima del primo turno che prima del ballottaggio. 

 

 

“Le ombre degli uomini con l'orbace sul cervello si sono dissolte. I seguaci tardivi del Duce non - analizza Feltri - costituiscono più un pericolo per la democrazia, sono rientrati nei loro abitacoli folcloristici. La Meloni, dopo essere stata accusata di voler distribuire olio di ricino agli avversari, ora è guardata come un fenomeno da baraccone, benché abbia triplicato o quadruplicato i voti di Fratelli d'Italia rispetto alle ultime consultazioni locali. Tutto ciò costituisce la prova provata che le nostalgie littorie servono solo ai progressisti per raccattare i suffragi dei cretini che si fanno suggestionare dalle inesistenti camicie nere, ormai ridotte a rimasugli ininfluenti”.

 

 

“Nessuno più parla del capo manipolo Castellino e di Forza Nuova tornata nelle catacombe. Gli antifascisti sono discesi dalle montagne della loro ignoranza storica e hanno cessato di intonare Bella Ciao, mediocre canzoncina promossa arbitrariamente a inno partigiano. Letta ha smesso di salutare col pugno chiuso, considerato lecito, e il saluto romano in voga ai tempi di Giulio Cesare, vissuto 2000 anni prima degli squadristi, non c'è anima adesso che lo contesti quasi fosse reato benché tale non sia. Lo spauracchio reazionario, costruito a tavolino da vari politici di serie B e da quasi tutta la stampa nazionale, ora non serve ed è stato accantonato. Tornerà di moda alla prossima consultazione, quando gli ex comunisti e i loro compari saranno assaliti dal timore di perderla. Sono trascorsi quasi ottanta anni dalla fucilazione di Mussolini e il suo cadavere viene ancora sfruttato per riempire le urne, in mancanza di elementi solidi” conclude Feltri. 

 

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