Roma, il minisindaco di destra escluso da Gualtieri: "Una scivolata, ha offeso il territorio. Mi aspetto delle scuse"
Ringraziamenti, presentazioni, chiamate, per alcuni partite direttamente dal neo sindaco Gualtieri, per vedersi giovedì scorso, nella sala delle Bandiere, per ringraziamenti e convenevoli vari. Inutile dire che poi, dall’informalità si è passati alla formalità e la discussione è diventata politica con il problema numero uno per Roma in questo momento, la pulizia delle strade. Gualtieri ha chiesto ai presidenti dei municipi di rimboccarsi le maniche e di aiutarlo in quella che sembra essere una vera e propria impresa. Qual è il problema? Tutti invitati, i presidenti dei Municipi di centrosinistra, tranne uno, Nicola Franco, minisindaco del Municipio VI, quello delle Torri, unico presidente di centrodestra ad aver vinto ai ballottaggi, già soprannominato per questo «l’ultimo dei Mohicani». «Colpevole» di aver vinto anche piuttosto bene: al primo turno staccando già di molto i suoi avversari politici, al ballottaggio portandosi a casa oltre il 61% di preferenze contro il 38,99% della Filipponi, esponente del Movimento 5 Stelle nonché presidente uscente.
Presidente Franco, come la fa sentire questo mancato invito da parte del neo sindaco?
«Molto male, ma non a livello personale. Io rappresento oggi un municipio di 250 mila abitanti. Lo sgarbo, se posso chiamarlo tale, Gualtieri lo ha fatto ai cittadini di questo territorio più che a me. E mi dispiace ancora di più perché io e il sindaco ci siamo visti martedì scorso quando lui è venuto alle Torri e ci siamo presentati e stretti la mano. In quella occasione poteva dirmi della riunione che ci sarebbe stata giovedì e che invece io ho appreso, ieri, solo dai giornali. Pensare che mi ero anche congratulato sulla mia pagina Facebook per il garbo e la cordialità del primo cittadino, che mi aveva richiamato personalmente dopo che io avevo telefonato per congratularmi della sua elezione».
Fratelli d'Italia ha già scaricato Michetti. Pressing per farlo dimettere
Però la riunione di giovedì non era in realtà un incontro formale, piuttosto un ringraziamento ai presidenti dei municipi di centrosinistra per l'impegno profuso durante la campagna elettorale, questo non la fa sentire meglio?
«No, affatto. Anche perché mi risulta che in quella occasione si è affrontato un tema fondamentale per la città, ovvero i rifiuti e la pulizia delle strade e i municipi di Roma sono 15, non 14. Ricordo, inoltre, che questo che io presiedo è l’unico municipio dove esiste un impianto di trattamento rifiuti di proprietà di Ama, oltre a essere un territorio che detiene la massima percentuale di agroromano ma anche, purtroppo, quello che conta diversi primati negativi tra i quali proprio il degrado. Ma c'è anche un'altra cosa che mi è dispiaciuta molto».
Quale?
«Questa settimana il sindaco ha giustamente fatto il giro dei diversi municipi incontrando i presidenti e ogni volta poi ha pubblicato, sulla sua pagina facebook, foto e nominativi degli stessi. È venuto anche qui alle Torri, martedì scorso, come le dicevo, ma stranamente la foto mia non è stata pubblicata. Se si decide di pubblicare le foto di tutti, perché non la mia? Due sono allora le cose: o si tratta di una leggerezza o c’è un problema riguardante la mia persona o per dirla meglio la parte politica che rappresento. Dà forse fastidio il fatto che sia un esponente di centrodestra? Perché se così è lo si dica apertamente».
Gualtieri comincia male. Esclude l'unico presidente di centrodestra dal vertice sui rifiuti
Cosa si aspetterebbe, quando il sindaco o chi per lui, leggerà questa intervista?
«Mi aspetterei delle scuse perché una "scivolata", mi permetta il termine, può capitare a tutti. È stato appena eletto e siamo tutti stanchi di questa campagna elettorale infinita. Ma se qualcuno ha sbagliato deve comunque risponderne in qualche modo. Come ha sottolineato più volte Gualtieri, lui è il sindaco di tutti e quindi anche il mio nonostante le diversità politiche. Mi aspetto che si comporti come tale».
L'ultimo autogol di Calenda: Di Maio ha fatto uno sfascio. Ma al ministero...