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Muri e migranti: non è (solo) questione di destra e sinistra

Antonio Siberia
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L’immigrazione è uno dei fenomeni contemporanei con cui il mondo occidentale si confronta e dovrà confrontarsi a lungo. Dall’Europa è arrivato il no alle richieste di muri avanzate da 12 paesi membri. I muri sono sempre spiacevoli e rimandano a tempi di guerre fredde. Ma i muri sono anche l’ultima scelta in assenza di altre scelte con cui affrontare fenomeni epocali. Il leader della Lega Matteo Salvini, sull’argomento, ha detto: «Ci sono 12 paesi europei con governi anche di sinistra che chiedono controlli alle frontiere, alcuni anche dei muri, non l’Italia o il cattivo Salvini; sono governi socialisti che stanno spendendo dei soldi per fare dei muri, io non vorrei arrivare a questo però se l’Europa continuerà a ignorare l’emergenza immigrazione gli Stati faranno da soli. La rotta del Mediterraneo orientale è un colabrodo». Anche chi si trova in disaccordo con le parole di Salvini, non può non considerare una riflessione che lui pone: la divisione su come affrontare l’immigrazione, in Europa, non è più questione di mere differenze tra destra e sinistra ma semmai tra ricchi e poveri.

 

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