Botta e risposta a Otto e mezzo. "La differenza tra Draghi e Conte", Sallusti manda in tilt Travaglio
“La differenza tra Mario Draghi e Giuseppe Conte?”. Si discute sul potere decisionale di Mario Draghi negli studi di “Otto e Mezzo”, venerdì 22 ottobre. Ad avere un acceso dibattito nello studio di La 7, ospiti di Lilli Gruber, sono Alessandro Sallusti e Marco Travaglio. Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” ha accusato il presidente del Consiglio attuale per il linguaggio e il metodo autoritario nell’attuazione di provvedimenti. Il premier con il suo motto "tiro dritto" ricorderebbe secondo Travaglio molto pericolosamente Benito Mussolini e il fascismo.
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Il direttore di “Libero” sembra concordare solo su uno degli aspetti elencati dal collega ovvero che il paese è in uno stato di “democrazia sospesa”. Salvo poi smarcarsi dal ragionamento di Travaglio, sottolineando: "La democrazia è stata sospesa da Conte, che si è dato giustamente i pieni poteri e ha governato il Paese per un anno a botte di Dpcm. Annullando perfino i Cdm, altro che testi scritti prima". "La differenza - aggiunge poi Sallusti - è che Conte non ha ottenuto alcun risultato, mentre Draghi li ottiene".
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Travaglio sembra accusare il colpo ribadendo che i poteri dell’ex premier erano suffragati da strumenti legittimi per lo stato di emergenza in cui verteva il paese. "Anche Matteo Salvini si deve adeguare - aggiunge Alessandro Sallusti -, perché è nel patto fondativo di questo governo che comanda Draghi. L'auspicio è che sia una cosa a termine, immaginiamo che la fine di questa democrazia sospesa coincida con l'elezione del Capo dello Stato". Poi una domanda pungente per Travaglio: "Ma com'è che anche Conte e il Movimento 5 Stelle sostengono Draghi in odore di fascismo?". "Non chiederlo a me, chiedilo a lui - replica il direttore del Fatto con le sopracciglia alzate -. Fosse stato per me i 5 Stelle non sarebbero nemmeno dovuti entrare in questa maggioranza di governo".