il risiko suppletive
Caccia al seggio di Gualtieri. Conte, Zingaretti e gli altri: parte l'assalto al Parlamento
Roberto Gualtieri è ufficialmente il nuovo sindaco di Roma: la proclamazione da parte della Corte d’Appello è arrivata ieri. Già oggi alle 11 è previsto il passaggio di consegne in Campidoglio con la prima cittadina uscente Virginia Raggi e l’insediamento ufficiale del nuovo sindaco. «Avremo di nuovo un colloquio con la sindaca Raggi: c’è da portare avanti la candidatura ad Expo», spiega Gualtieri. Con l’elezione a sindaco Gualtieri dovrà dimettersi da deputato: le due cariche sono incompatibili. L’ex ministro dell’Economia, che per ricoprire l’incarico al Mef nel governo rossogiallo guidato da Giuseppe Conte aveva lasciato il seggio all’Europarlamento, era stato eletto deputato alle elezioni suppletive nel collegio uninominale Roma Centro, tornato al voto per le dimissioni di Paolo Gentiloni nominato commissario Ue. Con le dimissioni di Gualtieri quel collegio, per la terza volta in questa legislatura, tornerà nuovamente al voto: un record. Il collegio Roma Centro viene considerato un feudo del centrosinistra, un bunker inespugnabile. Lì il Pd ha sempre vinto: naturale che il seggio che verrà lasciato libero da Gualtieri sia particolarmente ambito. Per ora al Nazareno il dossier non è stato ancora preso in considerazione, nonostante i pretendenti non manchino. Di certo, della questione non si occuperà Gualtieri, alle prese con ben altri problemi, in primis la formazione della sua giunta comunale.
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«Io adesso sono concentrato nel lavoro su Roma, il collegio è nelle ottime mani del segretario Pd: deciderà la coalizione di centrosinistra. Non è nella mia disponibilità di indicare il mio successore. Il collegio è nelle mani dei cittadini», spiega il neosindaco a margine del sopralluogo nel parco di via Francesco d’Isa, in zona Pantanaccio-La Storta. Ma su chi potrebbe puntare Enrico Letta? Nelle intenzioni del segretario Dem l’ideale sarebbe candidare una donna. Il nome più caldo, in questo senso, è quello di Cecilia D’Elia, già coordinatrice della segreteria di Nicola Zingaretti e in lizza per le suppletive di Primavalle dov’è stato poi candidato ed eletto il segretario del Pd Roma Andrea Casu. Ma ci sono anche altri profili allo studio del Nazareno. Tra questi soprattutto Gianni Cuperlo, il vicesegretario Dem Giuseppe Provenzano (anche lui già sondato per Primavalle) ed Enrico Gasbarra (l’opzione più territoriale). Nelle ultime ore è circolata anche l’ipotesi della candidatura dello stesso Zingaretti, che entrando a Montecitorio farebbe tornare al voto la Regione Lazio con un anno d’anticipo, slegando così le elezioni regionali da quelle politiche e sfruttando l’onda lunga della vittoria di Gualtieri in Campidoglio. Ipotesi comunque smentita da via Cristoforo Colombo: il governatore non si muoverà dalla Regione che tornerà al voto a scadenza naturale nel 2023, anche perché un nome da candidare alla presidenza ancora non c’è.
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Per dirimere la questione c’è comunque tempo: tra dimissioni di Gualtieri e indizione delle elezioni, le suppletive non si terranno prima di gennaio, in tempo comunque per eleggere un deputato che parteciperà all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Una suggestione, in questo senso, potrebbe essere candidare l’ex premier e attuale presidente del M5S Giuseppe Conte, che ha apertamente dichiarato il proprio voto al ballottaggio per Gualtieri. Difficile che il Pd si privi di un deputato in un collegio sicuro, ma l’operazione - smentita qualche mese fa dal M5S - potrebbe servire a blindare l’alleanza con i 5 Stelle e a evitare eventuali manovre di disturbo di Virginia Raggi.