Schiaffo della sinistra al voto: in piazza nel giorno del silenzio elettorale col pretesto del pericolo fascismo
Sono arrivati in migliaia da tutta Italia - in treno e in pullman - per riversarsi in piazza San Giovanni, a Roma, «contro tutti i fascismi e gli estremismi». È il «popolo della democrazia», come ripetono da più parti, accorso per rispondere unito al «vile attacco» contro la sede della Cgil, lo scorso 9 ottobre. La questura aveva stimato l’arrivo di 50mila persone, ma il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, salito sul palco, ha parlato di oltre 100mila manifestanti. L’antifascismo è il filo conduttore di questo evento organizzato dalle tre sigle sindacali nel giorno del silenzio elettorale. Gli striscioni parlano chiaro: «Noi con i fasci abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945», «l’unico fascio che accetto è quello di fiori» e «vaccinato dal 25 aprile 1945», si legge qua e là tra la folla. «Questa è una piazza democratica, una piazza che unisce. Da qui vorremmo lanciare un augurio: che da oggi riparta un nuovo percorso unitario per ricostruire il Paese», rimarca Bombardieri. Accanto a lui gli altri due leader che, a turno, ribadiscono il loro «no» ad ogni forma di violenza e di squadrismo. Da una parte Luigi Sbarra, a capo della Cisl, che sottolinea come «il mondo del lavoro come sempre sarà argine contro ogni deriva e ogni estremismo». Dall’altra, il segretario della Cigl, Maurizio Landini, che vede nelle migliaia di persone in piazza una risposta all’attacco alla sede del suo sindacato. «La scelta preordinata che Forza Nuova ha fatto è stata non solo l’assalto alla Cgil - spiega - ma il voler mandare un messaggio di assalto a tutto il mondo sindacale. E la piazza di oggi dimostra che quel disegno è sconfitto perché il Paese sta dalla parte del lavoro e della democrazia».
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Presente anche l’ex leader della Cgil, Sergio Cofferati, che a LaPresse sottolinea come si tratti di «una manifestazione composta, dove si parla, si ascolta, si commenta. Come sarebbe necessario fare sempre» e ribadisce la necessità di «bandire la violenza da qualsiasi iniziativa politica». Tantissimi anche i politici che hanno voluto prendere parte all’evento, nonostante oggi si voti al ballottaggio in importanti città come Roma, Torino e Trieste. «Siamo belli numerosi», ha esclamato il leader del M5s Giuseppe Conte al suo arrivo, che ha aggiunto: «È una bella festa senza colore politico nel nome della democrazia». Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, «è una bellissima risposta democratica contro ogni violenza», mentre per il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, è la «risposta del popolo per sottolineare i valori costituzionali sui quali basare il confronto politico anche se non la si pensa alla stessa maniera». È sceso in piazza anche Roberto Gualtieri, il candidato sindaco del centrosinistra a Roma. Presente anche il segretario del Pd Enrico Letta.
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E a chi fa notare che questo parterre di rappresentanti politici sia inopportuno a ridosso del ballottaggio, Landini replica prontamente: «Chi ci ha assaltato la sede non si è posto il problema se ci fosse la campagna elettorale. Avevamo la necessità di dare una risposta immediata, forte. Questa non è un’iniziativa elettorale, difendiamo la democrazia». Ironico il commento del leader della Lega, Matteo Salvini, che sui social scrive: «Mentre in Europa scorre il sangue per mano del terrorismo islamico, unico reale pericolo di questi tempi, a Roma la sinistra fa campagna elettorale (nel giorno del silenzio) inseguendo fascisti che, per fortuna, non ci sono più». E posta una foto della manifestazione in cui si vede un pezzo di corteo che intona «Bella ciao» e il coro «ora e sempre Resistenza». E mentre sindacati e politici di sinistra manifestavano a piazza San Giovanni, una quarantina di antagonisti no-green pass hanno protestato a piazza del Popolo. Il sit-in però non era autorizzato, tanto che la polizia li ha identificati e la «Questura sta valutando la loro posizione». Tensione, invece, a Milano, dove altri diecimila contestatori del certificato verde hanno creato disordini in città con la polizia che è dovuta intervenire anche con cariche per contenere i più facinorosi. Sedici di loro sono stati identificati e quattro sono stati portati in Questura.
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