"Giorgia Meloni descritta come Hitler". Guido Crosetto spiega l'uscita da PiazzaPulita: vogliono delegittimarla
“Giorgia Meloni nel mirino, tentativo di delegittimarla, per questo ho abbandonato Piazza Pulita”. Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia, giovedì 14 ottobre, è uscito dagli studi di “Piazza Pulita”, il programma di Corrado Formigli in aperta contestazione con l’impostazione giornalistica della trasmissione e con i contenuti dell’inchiesta di Fanpage in merito alla “lobby nera” in FdI. In un’intervista a “Il Giornale”, Guido Crosetto ha spiegato i motivi alla base del suo gesto: “Ho ascoltato per mezz'ora il monologo di Corrado Formigli e del direttore Cancellato sulla risposta data da Giorgia Meloni. A quel punto è stata data la parola a Lilli Gruber che indossava le vesti di arbitro del bene e del male, per arrivare poi alle conclusioni di Prodi. Nel mirino c'era un unico obiettivo: Giorgia Meloni, tirata in ballo per fatti in cui evidentemente non c'entra nulla. (…) Una impostazione inaccettabile per chiunque, per Conte, Letta o Renzi. La stava semplicemente costruendo un teorema”.
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Alla domanda sul perché non abbia controribattuto, l’ex deputato risponde e manda una frecciatina: “Dopo un'ora, in 3 minuti? (…). Giorgia Meloni fino a pochi mesi fa veniva descritta come la faccia buona del sovranismo, ora visti i sondaggi è diventata una Mussolini in gonnella o un Hitler in sedicesimo. Con queste iperboli la si espone al rischio che qualche pazzo possa sceglierla come obiettivo, lei che, in un Paese in cui hanno scorte e tutele anche quelli che si spediscono da soli un proiettile, non ha mai voluto la scorta”. Crosetto osserva: “Gli avversari di Giorgia Meloni dovrebbero cercare di combatterla sui contenuti, non cercando di delegittimare lei. (…). I movimenti di destra esistono così come i loro tentativi di usare Fdi come veicolo. L'attenzione è alta, a volte si può fare meglio, a volte peggio, ma pensare che i leader di partito possano avere responsabilità per episodi o atteggiamenti che avvengono in periferia è lunare. (…). La sinistra preferisce vincere spaventando il proprio elettorato piuttosto che confrontarsi sulle idee”.
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