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Roma ko per colpa del Pd, primo round a Michetti

Pietro De Leo
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Cronometri implacabili, un minuto e mezzo di risposte a testa, possibilità di replica, 45 minuti di partita. Via al primo faccia a faccia televisivo tra Enrico Michetti, candidato del centrodestra a Roma, e il competitor della sinistra Roberto Gualtieri.

Lo scenario è il tavolo di Porta a Porta, dove Bruno Vespa fa gli onori di casa e tiene il ritmo delle domande. A corredo, i servizi che spiegano le condizioni della Capitale oggi, tra cumuli di immondizia, fauna di vario tipo che assalta i cassonetti, buche e le ore eterne perdute nel traffico. Via, dunque, a questo felpato duello. Con Enrico Michetti che ha buon gioco nel bastonare la Regione Lazio, a guida del Pd Zingaretti, compagno di partito di Gualtieri, per la situazione esistente. «C’è una responsabilità enorme della Regione Lazio, ente preposto alla redazione del piano rifiuti rimasto lettera morta. Avremo tolleranza zero sul degrado. Serve una task force che in sei mesi tolga l’immondizia dalle strade», attacca l’avvocato. E sul subito Gualtieri incassa. Poi ci sarà un secondo round, sempre sui rifiuti, in cui Michetti rimprovera la mancanza dell’azione commisariale da parte della Pisana sul Comune. Qui Gualtieri controreplica: «È bizzarro scaricare sulla Regione le responsabilità del Comune».

Altro punto di frizione, poi, il Pnrr. Michetti accusa l’avversario di quanto predispose nel piano nella veste di ministro dell’Economia nel governo Conte Bis: «Mise zero per Roma e nel Pnrr Roma è citata tre volte». Qui Gualtieri replica: «Gli do una copia sottolineata del piano. Roma è l’unica città che ha fondi dedicati e partecipa alle altre risorse come gli altri Comuni». E però va anche detto che il piano del governo Draghi è completamente diverso dal precedente.

Il dibattito delinea le varie proposte. Da un lato Gualtieri con la famosa «città dei 15 minuti», e i «centri giovani» sul modello dei centri anziani realizzati da Luigi Petroselli. Dall’altro Michetti con l’idea di un meccanismo di prestazioni compensative per il bene pubblico che possano generare sconti fiscali, e la nomina di un assessore dedicato alle periferie. Non manca, poi, un accenno al "jolly" estratto dalla manica la scorsa settimana: l’eventuale proposta del nome di Guido Bertolaso come commissario per il Giubileo. «Abbiamo bisogno di una classe dirigente forte, di persone di grande qualità e Guido Bertolaso, tra questi».

Non poteva mancare, poi, la messa in campo del tema dei temi, quell’esercizio della sinistra alla dilapidazione morale dell’avversario. Buttato lì da Gualtieri, in evidente forzatura. Michetti lamenta il fatto che Roma avrebbe poco peso nell’azione politica del governo quanto a destinazione di risorse, «Parigi ebbe 44 miliardi», osserva. A quel punto Gualtieri replica: «Sarebbe bene intanto evitare parole scomposte come quelle usate oggi nei confronti della ministra Lamorgese dalla Meloni, che di fatto ha sostenuto che gli scontri di sabato siano stati sostanzialmente un complotto. Come si fa ad avere un rapporto proficuo con il governo Draghi, che sta lavorando bene, sostenendo queste posizioni estreme?». Insomma, un po’ fuori tema. Così come strumentale è l’attacco sulla sicurezza, come noto punto qualficante dell’agenda di Michetti. «Sarebbe bene se l’afflato per la sicurezza di cui parla Michetti ci fosse stato nella composizione delle sue liste, dove figurano elementi vicini a CasaPound». Anche qui, fuori dal seminato. Ritornello ben noto, insomma, ma in fondo ognuno gioca il suo ruolo. E stasera alle 20,30, altro round su Skytg24.

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