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Chi non ha il green pass non può lavorare da casa

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Dario Martini
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Mentre i partiti di maggioranza si danno battaglia sui tamponi gratis per chi non ha il green pass, con M5s e Lega favorevoli e il Pd contrario, il governo vara le linee guida in vista di venerdì 15 ottobre, quando il certificato verde diverrà obbligatorio per andare a lavorare. Il premier Draghi ha firmato due dpcm, uno per la pubblica amministrazione e uno per il settore privato. La normativa è la stessa, anche se su alcuni aspetti vengono fatti dei distinguo. Vediamo nel dettaglio cosa prevedono i due decreti, anche grazie alle Faq pubblicate da Palazzo Chigi.

NON È UNA SCUSA PER LO SMART WORKING
Non avere il green pass non potrà mai diventare il pretesto per lavorare da casa. È scritto chiaramente nel provvedimento destinato alla pubblica amministrazione: «Non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo (quello di avere il green pass, ndr), individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione». E ancora: «Il lavoratore che dichiari il possesso della predetta certificazione, ma non sia in grado di esibirla, deve essere considerato assente ingiustificato e non può in alcun modo essere adibito a modalità di lavoro agile». Infine, «non è consentito (...) che sia adibito a lavoro agile in sostituzione della prestazione non eseguibile in presenza».

CONTROLLI ANCHE DUE GIORNI PRIMA
«Nei casi di specifiche esigenze organizzative, i lavoratori sono tenuti a rendere le comunicazioni relative al mancato possesso del green pass con il preavviso necessario al datore di lavoro per soddisfare tali esigenze». Comunque per un periodo non superiore a 48 ore prima.

VERIFICHE A CAMPIONE O A TAPPETO
Saranno i datori di lavoro ad individuare le figure addette a fare i controlli. Però, bisognerà evitare di creare «ritardi o code all'ingresso». Negli uffici pubblici è precisato che l'accertamento giomaliero avvenga «prioritariamente nella fascia antimeridiana della giornata lavorativa», e «potrà essere generalizzato o a campione, purché in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio».

CONTROLLI CON APP COME AL RISTORANTE
Per fare i controlli, sia nel pubblico che nel privato, sarà utilizzata l'app "VerificaC19", quella che viene adoperata anche nei ristoranti. In questo modo verrà rilevato direttamente il Qr code. Si potrà rilevare anche la temperatura. Gli enti pubblici potranno avvalersi anche della Piattaforma NoiPA. Per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, c'è la possibilità di usare anche il collegamento tra il portale dell'Inps e la piattaforma del ministero della Salute.

COSA DEVONO FARE GLI ESENTI DAL VACCINO
Bisogna ricordare che ci sono italiani sprovvisti del green pass che, però, sono esentati dalla campagna vaccinale per comprovati motivi di salute. Chi rientra in questa categoria dovrà esibire un certificato contenente l'apposito Qr code in corso di predisposizione. Nell'attesa, «previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell'amministrazione di appartenenza, non potrà essere soggetto ad alcun controllo».

LE AZIENDE NON CONSERVANO IL QR CODE
Le aziende non dovranno conservare i Qr Code, per questo motivo i controlli del green pass saranno quotidiani.

PARRUCCHIERI ED ESTETISTI NON I CLIENTI
Il governo spiega che i parrucchieri, gli estetisti e gli altri operatori del settore dei servizi alla persona non devono controllare il green pass dei propri clienti. Ma il titolare di questo tipo di attività «deve controllare il pass dei propri eventuali dipendenti».

NIENTE STIPENDIO E SANZIONI PESANTI
Nelle faq governative si ricorda che «il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass; nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta». Oltre alla retribuzione, non sarà più versata qualsiasi altra componente della retribuzione, anche di natura previdenziale. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio. Chi accede al luogo di lavoro senza green pass sarà multato da 600 a 1.500 euro. La sanzione per il datore di lavoro che non fa i controlli va da 400 a 1.000 euro.

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