Tasse e fisco, Pasquino svela l'amara verità su Draghi: "Se ci fosse stato un altro al governo..."
Il caso della delega fiscale agita il governo. I ministri leghisti hanno disertato il cdm di ieri martedì 5 ottobre dopo aver ricevuto solo mezz'ora prima della riunione di governo il testo del provvedimento, poi approvato. Un incidente che ha fatto cadere il gelo tra il leader della Lega Matteo Salvini e il premier Mario Draghi. Le ripercussioni politiche della vicenda mercoledì 6 ottobre sono al centro del dibattito ad Agorà, il programma condotto su Rai3 da Luisella Costamagna.
Il politologo dell'università di Bologna Gianfranco Pasquino offre una lettura degli eventi che non fa sconti a Draghi. "Alcuni partiti non hanno solo convenienze ma anche convinzioni sulle quali non possono arretrare troppo. Salvini ha sempre detto che non vuole far pagare più tasse agli italiani, anzi le vuole diminuire. E ha interpretato quella delega fiscale come la possibilità che il governo aumenti le tasse" soprattutto sulla casa con la revisione degli estimi catastali.
Pasquino poi si chiede: la delega fiscale era già stata discussa tra il premier e Salvini, e dunque la Lega e i suoi ministri ne erano a conoscenza, o no? "Bisognerebbe chiederlo a Salvini e a i ministri della Lega. Certo questo è un passaggio molto importante per il governo" che ha fatto "una cosa che a me non piace", dice il politologo.
Trappola di Draghi al Pd: sarà ancora una volta il partito delle tasse
"Dire che tutto questo poi potrà essere modificato in Parlamento" non regge, sostiene Pasquino, perché "in troppi casi si pone la fiducia facendo cadere tutti gli emendamenti". Una prassi che lo stesso Draghi applica con continuità e che "non rispetta il Parlamento, in qualche modo lo coarta". Insomma, conclude Pasquino, "se ci fosse stato un altro a capo del governo molti lo avrebbero criticato".