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Matteo Salvini bacchetta Mario Draghi sulla riforma del catasto: accordi non rispettati. E sulla crisi di Governo…

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Matteo Salvini spiega tutto. Il leader della Lega ha parlato in conferenza stampa alla Camera per chiarire il comportamento tenuto dal suo partito in merito alla riforma del catasto, con il Carroccio che ha deciso di non presenziare al Consiglio dei Ministri che approvato la delega fiscale. “La delega fiscale non è l’oroscopo, non va bene che i ministri leggano il testo mezz’ora prima del Consiglio dei ministri. È un metodo che va cambiato. Mezz'ora per leggere il testo sulla delega fiscale, Draghi cambi metodo. I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13.30 per una riunione alle 14. Non è possibile avere mezz'ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani”.

 

 

Salvini non arretra di un centimetro a pochi minuti di distanza dalle parole di Mario Draghi, che aveva gettato la palla nella metà campo leghista sui motivi della scelta: “Il non voto della Lega alla delega fiscale è perché - ha continuato il numero uno di via Bellerio - non contiene quello che c’era negli accordi. Occorre un cambio di modalità operativa e poi nel merito la riforma del catasto non è stata decisa in Parlamento”. Dietro questa mossa c’è l’apertura di una crisi di governo? Salvini risponde così: “Non è uno strappo, lo strappo non è nostro ma è una richiesta di chiarezza”.

 

 

“Tassare la casa in questo momento, anche fra quattro anni, sarebbe una follia. Significa - prosegue Salvini - bloccare l’edilizia. La riforma del catasto non c’entra in una legge delega in bianco, nella delega fiscale non c’è nulla sulla rottamazione della cartelle esattoriali, non c’è nulla sulla Flat tax anzi si ipotizza un aumento della mini Flat tax”. Il leader leghista si sente forte della “solidarietà” degli altri ministri: “Mi ha raccontato chi ha partecipato alla riunione che nei corridoi gli altri ministri gli hanno dato ragione”. “Non parlo a ottobre di quello che accade a febbraio” ha poi concluso Salvini a chi gli chiedeva se è vero, come sostiene Giorgia Meloni, che il centrodestra è compatto nel sostenere Draghi al Quirinale.

 

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