Giorgia Meloni furiosa per il fuoco amico nel centrodestra: basta tafazzismo, nessuna sconfitta
Serve «un gioco di squadra, quando si va in battaglia si combatte insieme...». Il giorno dopo il voto alle amministrative che vede il centrodestra sconfitto nei capoluoghi di provincia, tranne che a Roma e Torino, dove va al ballottaggio, Giorgia Meloni si presenta al fianco del suo candidato per la corsa al Campidoglio, Enrico Michetti. In una conferenza stampa al Comitato elettorale dell’avvocato amministrativista fortemente voluto per sfidare Roberto Gualtieri, la leader di Fratelli d’Italia ‘ci mette ancora una volta la faccia’, per ribadire, numeri certi alla mano, che «Michetti è stato il migliore nelle grandi città» e lanciare un vero e proprio monito agli alleati: «Oggi sentirò Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, chiederò loro e a tutti gli esponenti di centrodestra di concentrarsi su Michetti», stop al «tafazzismo» di «chi cerca sempre il pelo nell’uovo...».
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Meloni ce l’ha con il ‘fuoco amico’, con chi ha rilasciato «dichiarazioni allegre» e, raccontano, siccome non vuole scherzi da Lega e Fi sulla Capitale, invita tutti a «serrare i ranghi». anzi, a «serrarli ancora di più», visto che, secondo lei, la «partita è ancora tutta aperta» e Michetti può giocarsela alla pari. Mentre Salvini ammette la sconfitta (oggi sui social scrive «abbiamo perso e ho perso, c’è da lavorare di più e meglio»). Meloni rifiuta questa narrazione rivendicando l’exploit del suo partito: «Certo, si poteva fare meglio», ma «non mi sento sconfitta, non stiamo parlando di una sconfitta, ma di un’ottima affermazione di Fdi, che intendo rivendicare».
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La numero uno del partito all’opposizione rispetto alla maggioranza che sostiene il governo Draghi snocciola alcuni «dati significativi»: «l’occhiello di ’Repubblica’ diceva che a Bologna Fdi si ferma al 12%, ma la destra a Bologna al 12% non era mai arrivata, aveva il 2,4%... Oggi siamo il primo partito del centrodestra non solo qui ma anche a Roma, Torino e Trieste, è andata male solo a Napoli...». Meloni perde la pazienza solo quando un giornalista di Piazzapulita (un inviato della trasmissione era presente anche ieri al briefing nella sala stampa di via della Scrofa) che gli chiede del caso Fidanza e ne nasce un botta e risposta: «Se c’è un giornalismo che serve a ma a registrare e raccontare cosa accade, va bene, ma se c’è un giornalismo che serve a colpire un avversario, non state facendo il vostro lavoro. Vi prego, quindi, di non rincorrermi, perché se non mi consegnate le 100 ore di video, io non rispondo...».
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