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Dava le case dei migranti ai cantanti, la verità del pm su Lucano

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La verità su Mimmo Lucano emerge dalle parole del pm Luigi D'Alessio, procuratore di Locri. A dispetto della norma che prevedeva un avvicendamento periodico dei migranti, "lui manteneva sempre gli stessi, sottomessi - riporta La Stampa - Gli altri li mandava nell'inferno delle baraccopoli di Rosarno". E benché incassasse i fondi destinati ai corsi obbligatori di italiano, "non c'era un migrante che lo parlava".

E ce n'è anche sulla gestione delle case. "Gli alloggi destinati ai migranti venivano abitati dai cantanti invitati per i festival", "tutto era organizzato per favorire varie cooperative locali, creare clientele, accumulare ricchezze, beneficiare di indotti elettorali".

Come se non bastasse, arriva l'affondo finale. A chi assomiglia Lucano secondo il pm D'Alessio? "Il bandito di "Giù la testa" proclamato capo dei rivoluzionari suo malgrado. Idealista, improvvisamente issato su un piedistallo, ubriacato da un ruolo più grande di lui, inconsapevole della gravità dei suoi comportamenti, forse guidato da altre persone. Ha pensato di abbinare un'idea nobile a una sorta di promozione personale e sociale".

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