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Miccichè trova un lavoro: vuole rimettere i vitalizi in Sicilia

Francesco Storace
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A volte non si capisce che cosa passi per la testa a certi esponenti politici, pure di lungo corso. Con le difficoltà che ancora ci sono per molta parte del popolo italiano, il presidente dell’assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccicchè (Forza Italia), ha annunciato la sua nuova crociata. Un “lavoro”.

"Lavorerò per rimettere i vitalizi”, ha detto ad un convegno del sindaco di Messina, Cateno De Luca, acerrimo nemico del governatore Nello Musumeci. 
Miccichè si è arrabbiato perché una signora si “è permessa di chiedermi quanto guadagno perché per lei rappresento ancora la casta”. “Si è permessa di chiedermi”: ma che linguaggio è? Certo è che se ci vuole l’autorizzazione per fare una domanda ad un politico davvero si torna ai tempi della casta.

Poi, per non farsi mancare nulla, Miccichè ha “spiegato” che la politica rende poveri: “Quando sono entrato in politica ero un ricco manager di impresa e guadagnavo uno stipendio importante, ho lasciato l'incarico per mettermi a servizio della gente. Non ho rubato, non rubo e mai ruberò e avrò solo 400 euro di pensione per questa demagogia". Bisognerebbe essere orgogliosi di essere al servizio del popolo, invece, senza lamentarsi della retribuzione. Che non è certo un furto ma non si deve esagerare: il trattamento previdenziale è quello che è, stabilito da leggi nazionali approvate da tutti i partiti.

Se sbotti alla domanda su quanto guadagna il presidente del Parlamento siciliano, poi gli insulti te li chiami, caro Miccichè. E questo non aiuta affatto la politica. "Ora sono passato ad uno stipendio sempre ottimo, circa 7000 euro al mese, ma prenderò appunto di pensione solo 400 euro al mese grazie al modo di ragionare di questa gente e dei M5S. Ora mi sono rotto veramente il prossimo che mi chiede quanto guadagno voglio vedere il suo conto corrente, il mio è sempre in rosso".

No, non sbotti, il presidente Miccichè. La politica ha sempre il dovere della trasparenza. Chi prende uno stipendio per il suo lavoro non deve mostrare ai politici il proprio conto corrente. E se i Cinque stelle hanno cavalcato l’onda è perché la politica non è stata capace di senso della misura. E chi l’ha fatta assieme a lei e a tanti altri sa di che cosa si parla.

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