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Agorà, Lollobrigida schianta la sinistra e la voglia di poltrona di Letta: votare non era da irresponsabili?
Le elezioni amministrative sono ormai a breve distanza e si infiamma sempre di più il dibattito politico nei talk show televisivi. Nella puntata del 30 settembre di Agorà, programma di Rai3 condotto da Luisella Costamagna, è ospite Francesco Lollobrigida, Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, che ribatte colpo su colpo alle parole dell’esponente del Pd presente in studio, su cui getta tutta la pressione in vista del voto: “Noi partiamo dallo 0-5, noi non governiamo nessuna delle grandi città che vanno al voto. Governiamo in Calabria e vediamo come finirà, è una regione importante che deciderà se continuare l’esperienza col centrodestra. Conto su quel risultato e sul buon governo in Calabria. Nelle altre città il centrodestra va compatto, abbiamo programmi, idee e valori comuni, mentre la sinistra va divisa praticamente dappertutto. Ci sono diversi programmi da parte di ognuno dei partiti di sinistra. Se dovessero vincere nelle grandi città dovranno mettere insieme i programmi, un po’ sul modello Frankestein, con idee e proposte differenti, ad esempio sulle aziende del trasporto pubblico, sulla pulizia della città. Il centrodestra ha scritto un programma e l’ha condiviso con i cittadini, partendo da valori che diventano idee sul territorio per una visione del futuro, gli altri hanno più o meno degli apparati di governo che tendono a conservare a tutti i costi, mettendo insieme anche quello che di solito è alternativa”.
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La Costamagna sposta il focus sulle possibili ripercussioni a livello nazionale della tornata elettorale, che potrebbe in qualche modo dare uno scossone agli attuali equilibri del Parlamento: “Credo che le elezioni amministrative abbiano - analizza Lollobrigida - una grande rilevanza amministrativa, anche se è vero che in queste elezioni i cittadini potranno segnalare, per quanto ci riguarda, la voglia di coerenza, di coraggio che Fratelli d’Italia ha dimostrato in questi anni. Ci siamo detti, in maniera radicale, alternativi al Partito Democratico, al Movimento 5 Stelle, senza sé e senza ma. Abbiamo rifiutato di entrare in questo governo, nel governo gialloverde… La politica non deve essere ipocrisia. Il Pd, quando noi volevamo un nuovo governo e chiedevamo di andare al voto dopo la caduta di Conte, ci diceva che eravamo irresponsabili nel voler far votare la gente, che comunque andava a lavoro, usava i mezzi pubblici e andava a scuola. Perché bisognava calare dall’alto questo governo? Al di là della figura di Draghi. Ma quanto è irritante che il 3 e il 4 ottobre Enrico Letta venga candidato nel collegio di Siena? Per trovare una poltrona - sbotta il deputato di FdI - a quelli del Pd si può votare, per dare un governo agli italiani è vietato votare, per qualche ragione difficile da spiegare”.