Non hai fatto un cavolo, Calenda sbotta contro la Raggi
Volano insulti tra Carlo Calenda e Virginia Raggi, lunedì 27 settembre a “Quarta Repubblica”. Entrambi ospiti nello studio di Nicola Porro, su Rete 4, per una sfida al vetriolo in vista delle vicinissime elezioni amministrative.
I due candidati sindaci per Roma non si sono risparmiati con battute e stilettate l’uno nei confronti dell’altro. Due minuti per rispondere alle domande del conduttore sui principali temi d’interesse per la Capitale: trasporti pubblici, amministrazione della città post-Covid per poi passare alle soluzioni concrete per la gestione dei rifiuti.
Inizia la candidata sindaca per il MoVimento 5 stelle, con un’autocelebrazione del proprio operato: “Ho progettato il prolungamento delle linee metro e sto continuando a lavorare per questo. Costruiamo la linea D, abbiamo già portato 900 nuovi bus a Roma e per il futuro ce ne saranno altri 500 elettrici. Ho fatto anche la battaglia contro la privatizzazione dell’Atac che avrebbe portato al licenziamento di 12 mila persone”.
La palla passa a Carlo Calenda, leader di Azione, che in poche battute smonta quanto detto prima dalla sindaca uscente. “Non c’è niente di corretto - risponde il candidato sindaco - Non c’è un chilometro di metro progettata a Roma e i tram hanno diminuito il servizio. Le ciclabili sono state fatte a capocchia con strisce rosse ovunque. Questo mondo descritto dalla sindaca è un mondo che semplicemente non esiste come sa chiunque sta a Roma. Nessun privato compra Atac e licenzia tutto il personale perché sennò non si sa come deve guidare gli autobus”. Poi prosegue smentendo quanto detto sul caro prezzo del biglietto, ipotesi elencata dalla Raggi in caso di privatizzazione del trasporto pubblico: “L’aumento del biglietto è già previsto, sarà del 25% e scatta nel 2022”.
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Dopo aver affrontato il tema rifiuti, inutile dire con posizioni nettamente diverse, la Raggi viene ripresa anche dell’ex sindaco Gianni Alemanno, accusato di aver avuto a che fare con la vicenda di Parentopoli. È intervenuto nello show con un messaggio arrivato direttamente al conduttore: “Alemanno dice che è una sciocchezza e che è molto arrabbiato di questa cosa e dice che la considera una sciocchezza diffamatoria”.
Infine, la sfida si chiude con il botto. I secondi finali sono dedicati all’appello al voto per il proprio elettorato. Parte Calenda: “Ho lavorato 343 giorni per conoscere Roma e ho deciso che questo era il tempo che ci voleva per questa corsa”. La parola passa alla Raggi, che sembra ricambiare la bordata iniziale: “Io ci vivo da 43 anni a differenza di Calenda che era nei palazzi del potere a pontificare. Ricordo che lui è un europarlamentare e prende 19 mila euro al mese e non lo vedono in Parlamento da tempo”. Il rivale sbotta: “Questo non è corretto, io ho il 95% di presenze. Io ho avuto fair play, hai fatto la furbetta all’ultimo. Stai nei palazzi del potere anche tu da 5 anni e non hai fatto un cavolo”.