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Roma, Matteo Salvini chiude la campagna a Tor Bella Monaca: "Ecco la città dimenticata dai sindaci"

Franco Bechis
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C'eravamo messi d'accordo per una chiacchierata per oggi, il giorno della chiusura della sua campagna elettorale a Roma con Enrico Michetti, il candidato sindaco del centrodestra. “Ci si sente durante gli spostamenti in auto...”, aveva concordato Matteo Salvini. Ma riuscire a farsi prendere al telefono è stata una vera impresa. Alle 14 era in piazza a Finale Emilia, alle 15 in quel di Cento. Alle 16,30 a Bologna, alle 18 a Ravenna, e poi sul corso di Cesenatico di fretta perché alle 20,30 in diretta tv con Barbara Palombelli. Da Rimini, dove alle 21 lo aspettavano i cittadini in piazza. Poi in Umbria, a Città di Castello per breve dormita perché da lì ricomincia il sabato. Non ho mai conosciuto qualcuno che sia in grado di reggere i tour da campagna elettorale come Salvini: tutti gli altri sarebbero morti di stanchezza a metà delle sue giornate. Ecco che il telefono squilla e finalmente risponde: “Può esser ricada la linea perché siamo in autostrada...”

Sicuro che così oggi arriva a Roma dopo quel giro infinito?
“Sicuro, oggi alle 17 sono a Tor Bella Monaca, assolutamente sì. E con gioia. Non è la solita rituale chiusura di campagna elettorale in centro...”

Certo che no. E' uno dei quartieri più difficili della capitale
“Lo so ci sono appena stato a incontrare le famiglie. E ascoltandole ho detto ai miei che avrei voluto andare lì per chiudere la campagna a Roma. Tor Bella è un simbolo di tutte le periferie che sto visitando dove trovo gente che si sente dimenticata da 20 anni”

Quei quartieri sono gran parte di Roma. Sembrano un altro mondo rispetto alla città che ha in testa chi viene da fuori.
“Il rischio del politico è quello di spostarsi fra Camera, Senato, Palazzo Chigi e il Quirinale e quando vai proprio largo sei a Campo de' Fiori o Trastevere, non comprendendo così la città...”

Così ha sentito come si vive con il morso addosso della criminalità. Quartieri dove la parola “mafia” non è priva di senso.
“Sì, c'è. Ma la maggioranza è di persone perbene. Quando sono stato a Tor Bella la cosa che più mi ha colpito è che c'erano signore disposte ad aprirmi casa e farmi entrare, ma velocemente e con paura. Mi spiegavano che non volevano essere viste da quello lì che gestisce lo spaccio, o dall'altro che ha il giro di usura, quell'altro che gestisce il racket, e l'altro ancora che è il boss delle cantine e dei garage. Sono strade in cui si spara, e capita che qualcuno ci lasci la pelle. Siamo a mezz'ora dal Campidoglio, ma sembra di essere molto più lontani”.

Ha visto solo paura?
“No. Ho visto associazioni di volontariato, mamme con bimbi autistici, scuole materne difese con le unghie. Ho visto bella gente che ha voglia semplicemente di vivere con serenità e ha bisogno che noi difendiamo la loro voce e la loro libertà. Gente che ha bisogno di una mano per risolvere problemi che sono evidentissimi...”

Ad esempio?
“Ho già mandato un dossier al ministro nostro che si occupa di disabilità sulle barriere architettoniche di Tor Bella come delle periferie che ho visitato. Lì è impossibile muoversi per chi ha una carrozzina o per un cieco con un cane guida. Già Roma non brilla nemmeno in pieno centro per decoro, pulizia e funzionalità. Ma quando esci da lì, mamma mia! Ho visitato quartieri dove manca l'acqua in casa e non c'è energia elettrica. Caseggiati popolari di più piani senza ascensore. Vedere nel 2021 quartieri che non hanno l'allacciamento alle fogne e i pali della luce è stato incredibile. Una cosa che grida vendetta...”

Oggi ci ha scritto una nonna del Quadraro: nelle due ultime giunte le hanno tagliato i bus che servivano per raggiungere ambulatori, ospedali, uffici pubblici. Per farlo ne deve prendere tre, e a più di 90 anni non ce la fa. Alternativa il taxi, che con una pensione al di sotto dei mille euro al mese...
“Pazzesco, oh povera donna! Vero: a Roma non esistono cose che daresti per scontato. Mezzi pubblici, parchi giochi per bimbi inutilizzabili perché fisicamente occupati da decine di molestatori. Lì il sindaco non può fare miracoli, ma qualcosa in più sì: concorsi per la polizia locale, accendere qualche telecamera, mettere qualche recinzione, qualche ordinanza anti-degrado, un po' di fiori, qualche luce accesa in più. Il sindaco può migliorare la qualità della vita della gente. Sul trasporto pubblico pure. In Atac (trasporti) come in Ama (raccolta rifiuti) bisognerebbe fare la rivoluzione. Con i dipendenti, ma contro i dirigenti che li hanno organizzati così male e così male distribuiti e diretti. Si obietta che a Roma hanno governato tutti: destra, sinistra e grillini e i problemi sono lì irrisolti. Vero. Hanno governato tutti, mai noi della Lega. Provate a darci fiducia questa volta, no?”

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