Matteo Salvini, l'intervista sul ruolo della Lega nel governo: "Non dono Draghi a Pd e M5s"
La campagna elettorale a Roma, il governo, le tasse e i vaccini. Parla di tutto Matteo Salvini nella lunga intervista rilasciata al direttore de Il Tempo Franco Bechis. Oggi il leader della Lega chiude la campagna elettorale nel quartiere simbolo di Roma, Tor Bella Monaca. "Hanno governato tutti, noi no - sottolinea Salvini - Perché non farci provare?". La domanda sul governo è cruciale: "Lei fa il suo mestiere in campagna elettorale. Ma non è facile oggi per la Lega: è un partito di lotta che però governa - evidenzia Bechis - E governa a braccetto con i suoi avversari più agguerriti".
La risposta di Salvini sul governo arriva forte e chiara: "Non dono Draghi a Pd e M5S". “Siamo nati così: di lotta, ma per governare - dice il segretario della Lega - Vero che abbiamo alleati che ci attaccano quotidianamente, ma siamo lì per amore del Paese. E sentire all'assemblea di Confindustria Mario Draghi dire che non avrebbe aumentato nessuna tassa, dà un senso al nostro sacrificio: se avessimo lasciato lì solo Pd e M5s figuratevi fra Imu e patrimoniali quante tasse sarebbero aumentate. Loro farebbero carte false per farci uscire dalla maggioranza e puntano ogni giorno i fucili su di noi. Siccome il 90% del sistema mediatico è in mano a chi è di sinistra o comunque la pensa come loro, ogni cosa viene amplificata a dismisura. Ma è 30 anni che siamo abituati a questo trattamento, andiamo avanti lo stesso. Senza noi gli altri avrebbero approvato ius soli e ddl Zan a raffica. Nel giro di un mese sarebbe tornata la legge Fornero". E poi il passaggio sullo sconto delle bollette di cui rivendica il merito: "Pensate che ci sarebbero oggi 3 miliardi per tagliare le bollette della luce e del gas non avessimo bombardato da dieci giorni per trovarli?”.
"Pochini - ribatte però il direttore de Il Tempo - salvano i più poveri. Ma per tutti gli altri scatterà l'aumento delle tariffe". “Quei 3 miliardi salvano 6 milioni di pmi e alcuni milioni di famiglie che altrimenti non avrebbero potuto usare il riscaldamento questo inverno. Io lo prendo come un buon primo passo...”
L'ultimo passaggio sulla riforma del catasto: "Cosa accadrà?" “Nulla - risponde - Draghi dice di non volere prendere soldi dalle tasche degli italiani. Cambiare gli estimi significherebbe pagare di più l'Imu sulla seconda e talvolta sulla prima casa. E Irpef in più perché molti italiani uscirebbero dai limiti Isee di esenzione. Mi sembra che il Parlamento lo abbia escluso all'unanimità. Dicono che ce lo chiede l'Europa? Ce lo chiedeva prima del Covid, e il mondo è cambiato. Siamo nel momento decisivo per rialzare la testa fra mille difficoltà: c'è un problema costo del lavoro, poi il reddito di cittadinanza da rivedere - se ne faccia una ragione Giuseppe Conte - perché sta frenando l'occupazione per le sue distorsioni...”
Sul capitolo reddito di cittadinanza il leader della Lega, che lo ha votato, spiega: “Doveva essere ben altra cosa. Sono mancate le politiche attive del lavoro, quindi bisogna cambiare rotta. Presenterò a mia firma un emendamento alla legge di bilancio che partirà in Senato a novembre per cambiare il reddito di cittadinanza lasciando un aiuto per chi in difficoltà non è in condizione di lavorare. Per gli altri no. Vede? Sarà un autunno di scelte importanti per l'economia e per tutti i cittadini. E io preferisco essere dove quelle scelte si prendono che fuori a subirle senza contare nulla".