bombe di bisignani
Le bombe di Bisignani: paralisi a Palazzo Chigi, niente Quirinale per Draghi e la strategia di Mattarella
Un severo giudizio su Mario Draghi e il suo operato a Palazzo Chigi, oltre a numerose indiscrezioni su quello che sarà lo scenario della politica italiana. Luigi Bisignani è stato intervistato da affariitaliani.it e ha detto la sua sul governo: “Se lo paragoniamo al governo Conte siamo in una situazione idilliaca, l'esecutivo giallo-rosso è stato un vulnus per la democrazia. Ma ormai sono passati mesi e sinceramente da Draghi ci si aspettava di più, soprattutto sul piano del coordinamento tra i ministeri e sul fronte del rapporto tra Palazzo Chigi e i ministri. Il grande prestigio del presidente del Consiglio ha annullato la collegialità del governo. Partiva da 110 e lode, oggi si merita un 68-70, diciamo che sicuramente ci si aspettava di più. In politica estera ha avuto un grande prestigio fino a quando si parlava di economia, ma ora che si comincia a fare sul serio emergono i limiti di Draghi”.
Cosa non sta funzionando? Bisignani non ha dubbi: “La campagna vaccinale non sta andando come si sperava, sul tanto sbandierato Recovery Plan vediamo come i soldi non sono ancora arrivati. E ricordo che stiamo per entrare nel 2022 ed entro il 2026 le opere vanno concluse, ma nessuna è ancora partita. A Palazzo Chigi il pallino è totalmente nelle mani del professor Giavazzi, che è un grande editorialista ma di amministrazione pubblica sa poco o niente. E questo paralizza la macchina della presidenza del Consiglio”.
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Impossibile non dare uno sguardo al futuro, con nuovi scottanti retroscena: “Escludo l'ipotesi Draghi per il Quirianle, è troppo intelligente e sa perfettamente che 60-70 grillini lo impallinerebbero per la paura di andare al voto, non potendo garantire loro che non scioglierà le Camere. Su Mattarella vedo un attivismo che non c'è mai stato prima, come la visita al Papa in anticipo, cosa che non si fa. Ha iniziato a dire 'non voglio, non ci sto' ma l'ipotesi di una rielezione di Mattarella è sempre più probabile. Magari questa possibilità non cresce in Mattarella stesso, ma certamente nell'uomo forte del Quirinale, il segretario generale Zampetti, che non ha alcuna intenzione di andare ai giardinetti”. Il destino di Draghi è ancora da chiarire, ma c’è già un piano per l’avvenire: “Pensa a un grande incarico europeo e in particolare alla poltrona di Von der Leyen. Visto il disastro di questa Europa e dei leader europei, Draghi ha tutte le carte in regola per fare benissimo”.