Otto e Mezzo, "scacco matto a Salvini”. Mieli critica la Lega: battaglie folli e solo sconfitte
La Lega e Matteo Salvini sono i protagonisti di “Otto e mezzo” nella puntata di mercoledì 22 settembre. Il dibattito nel salotto di Lilli Gruber, si anima attorno la presunta divisione interna al partito di centrodestra su green pass e vaccini. A commentare gli ultimi sviluppi, è Paolo Mieli, che viene subito interpellato dalla conduttrice per un’analisi politica sul partito di Salvini. “Ha detto che nella Lega c’è posto anche per i no-vax, che cambiamento sta avvenendo?”, domanda la Gruber. L’editorialista del Corriere della Sera esordisce così: “In questi ultimi due mesi c'è stato un uomo che sa fare politica che si chiama Enrico Letta che ha fatto scacco matto a un uomo, per la seconda volta dopo l'estate famosa, che si chiama Matteo Salvini”. Poi prosegue: “Letta ha buttato tutte le iniziative del Pd su questioni che non riguardano il governo: il voto ai sedicenni, il disegno di legge Zan, lo ius soli. Invece Salvini è si è appiattito sul governo è andato a ficcare le gambe tutte in questioni che riguardavano il governo ha chiesto le dimissioni della Lamorgese”.
E il buon esempio? Gruber e Mieli accusano la politica: troppi no-vax
Una battaglia inutile, secondo il giornalista che continua con la metafora degli scacchi, arrivando a definire la sua posizione “folle”: “C'è uno che gli ha fatto scacco matto. Quando loro hanno chiesto le dimissioni di Claudio Durigon, le hanno ottenute. Cioè bisogna fare anche battaglie in cui si può vincere. Salvini sta facendo battaglia in cui si perde e quella di cui stiamo parlando quello del gran parte addirittura folle”. Ma non finisce qui, perché in merito alla posizione ambivalente sui vaccini e green pass Mieli continua: “Rischia di perdere la faccia perché quando maggiorenti del partito ti indicano la strada non è che tiene duro. La settimana dopo dice sì al green pass per tutto, allora lì rischia qualcosa che riguarda la sua leadership. Se perde le elezioni...”. A prendere le difese del leader della Lega è Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, che definisce la posizione attuale della Lega “un’evoluzione”: “Non è un bianco o nero, ci sono tonalità di colore per arrivare al governo. Salvini è inattaccabile sotto il profilo della leadership è criticabile però il suo percorso è lucido ed è coerente”.