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Romano Prodi bacchetta il "suo" Enrico Letta: parla di lavoro non solo di diritti individuali

Gaetano Mineo
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«Caro Letta, parla di lavoro» non solo di «diritti individuali». Romano Prodi approfitta delle telecamere di Rai3 per scuotere il suo ex Sottosegretario alla presidenza che, invece, continua a battere sullo stesso chiodo tra Ius soli e punzecchiare quotidianamente Matteo Salvini. Enrico Letta, tuttavia, sembra fare orecchie da mercante, come evidenzia lo stesso ex presidente della Commissione Ue, nel corso della trasmissione «Mezz’ora In Più», sottolineando che non è la prima volta che arriva al segretario Dem questo consiglio: «con Letta ci siamo sentiti parecchie volte», scandisce il Professore. E allora «il consiglio principale è quello che ci vuole una cosa, sul lavoro, sulla crescita, su come riorganizzare la società nel post pandemia, che acquisti fascino anche fuori». Anche perché che il programma attuale Dem sia troppo ristretto «gliel'ho detto», puntella Prodi. In sostanza, «i diritti individuali non bastano, adesso bisogna coinvolgere la gente». 

 

E, intanto, Letta pur di provocare Salvini, dispensa parole di apprezzamento al ministro leghista, Giancarlo Giorgetti. «Non l'ho fatto per esacerbare le divisioni nella Lega. Ho trovato che il ministro dello Sviluppo abbia fatto bene il suo lavoro e abbia detto una cosa saggia e ho ritenuto opportuno dichiararlo». Ma Prodi vuole un Letta non che pensi giornalmente alla Lega, sua alleata di governo, ma che giochi una partita da «federatore» scrutando all’interno del centrosinistra e soprattutto all’interno del Pd perché, per dirla con lo stesso Professore, «se c'è una proposta forte verso il popolo, gli elettori, poi le correnti si adattano». Una chiosa, quella di Prodi, che ha il sapore di un’espressione evangelica: «Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?». 

 

Davanti le telecamere, Prodi non molla. E così il padre dell'Ulivo indica a Letta una direzione di marcia e dice che «ha bisogno di avere un messaggio, penso sui temi sociali ed economici, che interpreti il momento e faccia convergere, saltando - ribadisce - le differenti correnti del partito». Ma il capo del Nazareno non ascolta. Mirino sempre puntato sul capo del Carroccio, e a poche ore dalla fine della trasmissione tv, dalla Calabria, altro colpo: «Il green pass? Salvini su questi temi è totalmente irrilevante sull’agenda di governo – tuona Letta - Quello che lui dice non si fa e credo che questo sia il motivo per cui le cose stanno lentamente, ma gradualmente e progressivamente, andando bene». 

 

Poi il colpo basso: «Meno male che la parte principale della Lega ha deciso di non seguire Salvini e appoggiare invece la linea secondo me di responsabilità del governo». Inevitabile la replica a distanza del leader del Carroccio. Dal Veneto, nel giro di ‘un'ora, l’ex ministro dell’Interno rilancia: «Non è mica facile governare con Letta, Conte e Di Maio. Ti alzi la mattina è uno vuole lo Ius Soli, uno la patrimoniale, il ddl Zan». «Sono felici perché hanno approvato in Commissione una legge per coltivare la cannabis e farsi le canne in casa – evidenzia Salvini - come se la priorità fosse questa». A Prodi, ora non resta che continuare pazientare. Dovrà attendere per vedere se il suo pupillo («era il mio Sottosegretario, quando uno mette come Sottosegretario un ragazzo come allora era Letta, vuole dire che si fida») raccoglie i suoi consigli o rimarrà saldo al timone per un eterno scontro contro Salvini.

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