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Decreto Green pass, il governo pone la fiducia alla Camera

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Il governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul decreto green pass. Si tratta della seconda fiducia (la prima al Senato e ora a Montecitorio) con cui l’esecutivo accelera i tempi di approvazione dei provvedimenti che hanno introdotto e successivamente esteso l’obbligo della certificazione verde. La fiducia sarà votata dall’Aula della Camera domani, con la ’chiamà per appello nominale che avrà inizio dalle 16,10. A seguire, si svolgerà l’esame degli ordini del giorno e, quindi, il voto finale. Il decreto dovrà poi passare all’esame del Senato ed essere convertito entro il 5 ottobre. Protestano le opposizioni: «Prosegue la stagione delle fiducie che il sedicente governo dei migliori continua a porre sui provvedimenti che arrivano in Parlamento. Anche sulla legge di conversione del decreto Green pass bis l’esecutivo, sostenuto da una maggioranza divisa su tutto, sceglie questa strada. Un abuso inaccettabile che sta diventando consuetudine: la Camera, ancora una volta, è impossibilita a esprimersi su un decreto che riguarda la vita di milioni di persone», attacca Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia, secondo il quale «in questo modo, comprimendo il dibattito, il Parlamento diventa un decretificio e si svuota del suo stesso ruolo. Un atteggiamento intollerabile che dimostra come il governo non abbia alcun rispetto delle regole». Critica anche L’Alternativa c’è: «Come si fa a votare la fiducia a un governo che non riesce a discutere e dialogare su provvedimenti così importanti per la salute e la vita degli italiani? Non tradiremo gli italiani votando questo scempio, voteremo no alla fiducia e no al decreto», ha annunciato in Aula il deputato Raffaele Trano. Parla di «abuso di potere che per la maggioranza Draghi è ormai consuetudine» il deputato del gruppo Misto Michele Sodano.

 

 

 

 

 

In occasione dell’esame del primo decreto Green pass, il governo scelse - alla luce delle forti fibrillazioni che attraversavano la maggioranza - di evitare il ricorso alla fiducia durante la prima lettura alla Camera. A sua volta la Lega - inizialmente schierata contro l’obbligo della certificazione verde - dopo aver votato contro in commissione, decise di ritirare tutti gli emendamenti in Aula, come le altre forze di maggioranza. Ma poi, durante le votazioni sui singoli emendamenti presentati da FdI e Ac, si è consumato un nuovo ’strappò: i leghisti hanno infatti votato a favore di alcuni emendamenti delle opposizioni. Proposte di modifica poi respinte ma che miravano a eliminare l’obbligo del green pass per i minori di 18 anni (le norme attuali lo prevedono per i minori dai 12 anni in su) e per consumare i pasti nei ristoranti al chiuso. Alla fine, anche grazie all’accoglimento da parte del governo di alcuni ordini del giorno, la Lega ha votato a favore in occasione del voto finale. Nel passaggio al Senato del primo decreto Green pass, il governo ha poi posto la fiducia (votata dalla Lega). Ora, visti i tempi stretti per la conversione in legge, il governo ha optato per una nuova accelerazione, ponendo la fiducia anche sul secondo decreto green pass già dalla prima lettura alla Camera: una decisione che serve anche a ’blindarè il testo. Il provvedimento contiene misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. Si tratta dell’estensione dell’obbligo della certificazione verde nelle scuole, nelle università (obbligo che vale sia per i professori che per gli studenti) e per i trasporti a lunga percorrenza. Durante l’esame in commissione l’esecutivo, attraverso un emendamento, ha fatto confluire nel testo anche le norme contenute nel terzo decreto Green pass, ovvero l’estensione dell’obbligo del passaporto verde a chiunque «accede alle strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative» e a «chiunque accede alle strutture appartenenti alle istituzioni universitarie e di alta formazione artistica, musicale e coreutica, nonchè alle altre istituzioni di alta formazione collegate alle università». Inoltre, le nuove norme dispongono l’estensione «dell’obbligo vaccinale» a tutti i lavoratori delle Rsa («lavoratori impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie»).

 

 

 

 

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