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Salvini silenzia l'ala no-vax della Lega. Partito compatto e controllo delle apparizioni in tv

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Le polemiche delle ultime settimane vanno lasciate da parte e ora bisogna seguire la nuova rotta tracciata da Matteo Salvini. Qualcosa è cambiato all’interno della Lega in merito alla questione del vaccino e del green pass, con Libero che riferisce di come all’interno del partito che appoggia il governo Draghi sia stato deciso che alcuni parlamentari dovranno parlare meno. E già i primi effetti sono stati visibili nelle scorse ore: l'onorevole anti-vax Claudio Borghi ha rinunciato a un'ospitata su La7 e l'eurodeputata Francesca Donato, che sostiene l’utilizzo dell’Ivermectina e di altre cure contro il Covid non approvate dal ministero della Salute, ha annunciato che per qualche tempo smetterà di scrivere sull'argomento sui social. Non sono coincidenze.

 

 

“Per noi i No vax sono come i No tav” ha dettato così la linea Salvini, che ha deciso di dire basta alle posizioni più estreme sui vaccini, con ministri e governatori regionali incaricati di gestire la pratica pandemia. Ma tali comportamenti non comprometteranno la linea della Lega sulle spinta per le riaperture e, con le elezioni che si avvicinano, nel partito si è fatta strada l'idea che anche dal punto di vista del consenso seguire posizioni "estreme" sul virus non porti voti in più. Dentro al Carroccio, ricorda sempre il quotidiano milanese, non si vuole prestare il fianco a Pd e M5S, che usano ogni dichiarazione polemica su green pass e vaccino per cercare di erodere il consenso elettorale leghista. 

 

 

La strategia da adottare - oltre a voler mettere in imbarazzo la sinistra sullo scandalo del Monte dei Paschi di Siena - è quella dei toni bassi, visto che ha dato i suoi frutti, per esempio sui tamponi salivari o sul prezzo contenuto dei tamponi antigenici. A rinforzare questa nuova vita della Lega ci sono anche i sondaggi: Giancarlo Giorgetti ha una fiducia del 41% da parte degli italiani, un risultato che non riesce a raggiungere nessun ministro del governo Draghi.

 

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