Chi paga la quarantena Covid, la beffa del governo: più urgente di ogni green pass
Ieri non è stato inviato alla Gazzetta ufficiale per la pubblicazione e allora forse qualcosa deve ancora essere messo a punto, ma nelle prossime ore o giorni entrerà in vigore il decreto legge del governo sull'estensione del green pass che come annunciato aggiunge a doveri altri doveri per gli italiani che a questo sono abituati in questo anno di pandemia. Obblighi ancora una volta imposti senza nemmeno ipotizzare un giorno o una condizione in cui potremo uscire dal tunnel e tornare a vedere la luce vivendo come è nostro diritto e come era normale fare fino a due anni fa.
Pur capendo (ma non condividendo) le ragioni governative sul green pass continuo a ritenere che sia preferibile porre qualche condizione per la libera vita normale di tutti che continuare a puntare il dito accusatorio su qualcuno aggiungendo dovere a dovere. Per intenderci spezzerei una lancia per scelte come quella proposta dal ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi sulla libertà possibile per una classe studentesca dove tutti siano vaccinati (“Via le mascherine”) piuttosto che su punizioni e doveri aggiuntivi che sembrano la chiave delle scelte governative.
Una cosa però trovo inaccettabile: uno Stato che impone sia pure eccezionalmente a tutti doveri aggiuntivi (e commina dure punizioni se violati), prima di tutto assolve ai suoi. Non accade invece in mille aspetti della vita quotidiana qualunque volto abbia questo Stato (quello del governo centrale, della pubblica amministrazione o di qualsiasi ente locale), ma ce ne è qualcuno che dipende proprio dal governo e che è legato alla pandemia. Trovo ad esempio vergognoso che a più di un mese da quando l'Inps ha svelato di non avere fondi per pagare la quarantena Covid di tutto il 2021, si sia proceduto a questo decreto green pass senza avere mosso un solo dito per trovarli.
Non è un argomento qualsiasi: un qualsiasi cittadino italiano non si mette da solo in quarantena per essere stato in contatto con qualcuno risultato positivo al Covid, ma viene messo in isolamento obbligatorio dalle Asl di competenza in applicazione di norme dello Stato. Anche volendo quel cittadino non può recarsi al proprio posto di lavoro, altrimenti correrebbe un rischio penale. Nella certezza che pure con i ritardi classici del pubblico lo Stato avrebbe poi onorato l'impegno preso di pagare quei giorni di quarantena come fosse lavoro, le aziende hanno anticipato quelle somme in tutta la prima parte del 2021.
Sentito poi l'Inps che ha svelato come non ci fosse un solo euro per risarcirle, molte organizzazioni datoriali hanno smesso di pagare la quarantena Covid, e alcuni sindacati hanno reso pubbliche le circolari inviate da organizzazioni imprenditoriali territoriali ai loro iscritti sul territorio. Risultato: le aziende non pagano più la quarantena ai lavoratori a cui si mantiene il posto di lavoro con una sorta di aspettativa a zero assegni. Significa in media una perdita di stipendio fra 600 e mille euro al mese subita dai malcapitati, mentre non si capisce nemmeno cosa accade ai versamenti dei loro contributi.
Si può accettare che uno Stato ti metta obbligatoriamente in quarantena con una sua legge e non preveda non dico di risarcirti (per un lavoratore autonomo anche questo), ma almeno di non danneggiarti sul piano economico? Naturalmente no. E lo sa benissimo chi è al governo, tanto che il ministro che ha quel compito, il titolare del Lavoro Andrea Orlando, sentito l'allarme Inps ha subito promesso: “Troveremo i fondi”. Dichiarazione lodevole, ma poi scatta l'orologio e a 30 giorni di distanza quei soldi non sono spuntati fuori. La promessa c'è, i soldi no anche se sarebbero stata la cosa più urgente da trovare. Assai più urgente di mettersi lì a punire a destra e manca chi se la prende con il green pass. Ma le promesse si stanno moltiplicando purtroppo a ritmo vortiginoso. Stesso film stiamo vedendo in onda sulle bollette della luce e del gas.
Anche qui di fronte all'ipotesi di un aumento delle tariffe fino al 40%, il governo ha subito promesso: “Troveremo i fondi”. E sono saltati fuori secondo le indiscrezioni 3 miliardi di euro. Qualcuno ha detto subito: “troppo pochi”, e allora ulteriore sforzo: 3,5 miliardi di euro. Ma secondo i primi calcoli ne servirebbero 8 o 9. Non ci sono? E allora non raccontiamoci favolette sulla pioggia di soldi che sarebbe arrivata dalla Ue: non ho ben capito chi ne avrebbe beneficio. Ma una certezza sta facendosi largo: non i cittadini italiani...