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Mezza Roma non sa chi votare: un cittadino su due è incerto. Ballottaggio tutto da giocare

Francesco Storace
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In realtà un romano su due non ha ancora deciso come regolarsi il 3 e 4 ottobre. I sondaggisti stanno cercando di capire che cosa può succedere ma da quello che sfornano l'unica certezza che se ne ricava è che a Roma è tutto ancora da decidere.

E che questa corsa vittoriosa di Roberto Gualtieri al ballottaggio è tutta da verificare, viste le differenze clamorose di valutazione che ci sono sul primo turno tra le varie ipotesi. Probabilmente ha ragione chi se ne intende nei partiti: i candidati maggiori - soprattutto Enrico Michetti e anche Gualtieri - devono ancora conquistare tutto il loro elettorato. Gli schieramenti si stanno posizionando con il peso delle liste e dei candidati a caccia di preferenze personali, ma i numeri sono troppo ballerini.

La constatazione è evidente alla lettura degli ultimi sondaggi pubblicati ieri sul Corriere della Sera (a cura dell'Ipsos) e sul Messaggero (Swg). I due giornali hanno commissionato studi sul voto ai due diversi istituti di ricerca e i risultati sono clamorosamente differenti. Non si riesce a comprendere le reali volontà degli elettori su molti dati. Ad esempio, la differenza tra Michetti e Gualtieri, che può essere decisiva nel secondo furno. Un conto è la grande distanza, un altro il vantaggio ridotto: fattori che possono determinare un diverso livello di efficacia nella mobilitazione.

Altro elemento con forti discordanze rappresentato dal secondo duello, quello tra Virginia Raggi e Carlo Calenda. In un sondaggio la sindaca è terza, nell'altro è quarta. Poi, le liste: l'avventura nella ricerca dei consensi tra i partiti mostra clamorose differenze - a quindici giorni dal voto - nei partiti e movimenti: prova evidente Lega e Lista Calenda. Nel dettaglio il Corriere con Ipsos attribuisce a Michetti un vantaggio di 36 punti a 28. La Raggi è terza con il 15 per cento, segue Calenda ad un'incollatura col 14. Per il Messaggero con Swg la corsa dei sindaci ha differenze più ridotte, con tanto di forbice: Michetti, sempre primo, tra 29 e 33 per cento, batte Gualtieri, con un potenziale tra il 26 e il 30.

Dietro, Calenda (18-22) supera la Raggi (15-19). Le liste: Fdi al 18 in entrambi i sondaggi, da infarto la performance della Lega, 14 per Ipsos e 8 per Swg. Idem per la Lista Calenda, al 16 nel primo caso e al 10 nel secondo. Forza Italia ha il 5 per cento sul Corriere e sopra il 3 sul messaggero. Pd 22 o 20, a seconda del sondaggista; M5s 11 o 12. In sostanza, un gran casino. I ballottaggi per i due istituti spingono più Gualtieri che Michetti. In un caso 53 a 47, nell'altro addirittura 58 a 42. Scientificità garantita... Basti pensare che per il Corriere il 100 degli elettori di Gualtieri del primo turno, perde il 5 per cento per strada, mentre chi vota Michetti ci torna anche al ballottaggio. Tutto da dimostrare - con le botte che si stanno dando - che il candidato del Pd possa attrarre gli elettori di Calenda e Cinque stelle. Ma da oggi finisce la girandola dei numeretti e si comincia finalmente a valutare più le differenze che le probabilità statistiche. E chissà che la differenza non la facciano i grandi appuntamenti popolari che cominciano a far capolino.

Oggi pomeriggio tocca a Giorgia Meloni trainare da piazza del Popolo - nel nome della tradizione Enrico Michetti e farlo incoronare dalla sua gente. Sabato prossimo sarà il turno di Matteo Salvini che per la chiusura della Lega ha scelto la piazza di Tor Bella Monaca. Centro e periferia, la destra romana invade tutta la città. I sondaggisti lavoreranno in privato per capire dove stanno sbagliando... Qualche vecchio lupo della politica annusa la città e sentenzia che l'unica certezza che si sente di esprimere è il vantaggio finale della Raggi su Calenda. «Mi ricorda il vecchio voto alla Dc, che nessuno esprimeva prima del voto»: e magari al terzo posto la povera sindaca riesce ad arrivarci. Il ballottaggio, ad ora, pare più complicato come meta per Virginia. I vecchi annusatori della politica vedono la Raggi meglio di Calenda, ma sempre sotto Gualtieri. E se le riuscisse il colpo gobbo?

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