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Cosa dicono i sondaggi sulle elezioni a Roma, il sospetto di Crosetto. Bomba sul campagna elettorale

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È guerra di sondaggi in vista delle elezioni amministrative del 3-4 ottobre con eventuale turno di ballottaggio il 17 e il 18 dello stesso mese. Sotto i riflettori la situazione di Roma, con quattro big in lizza per la carica di sindaco: Enrico Michetti per il centrodestra, Roberto Gualtieri per il centrosinistra, la sindaca Virginia Raggi (M5s) e il leader di Azione Carlo Calenda. 

 

Oggi due rilevazioni uscite su due diversi giornali offrono mappe diverse del consenso. "Due autorevoli quotidiani oggi pubblicano sondaggi su Roma, eseguiti da autorevoli aziende, che danno ipotesi di voto completamente diverse. La domanda è: alcuni sondaggi sono fatti per assecondare le simpatie degli editori o sono solo totalmente inaffidabili come strumento?", è il sospetto di Guido Crosetto, ex ministro, tra i fondatori di Fratelli d'Italia. 

 

I sondaggi in questione sono quelli di Ipsos per il Corriere della sera e di Swg per il Messaggero. Il tweet di Crosetto provoca la reazione di Lorenzo Pregliasco, sondaggista fondatore di YouTrend: "La terza che (non) hai detto, forse: gli istituti rilevano le intenzioni di voto, con metodologie diverse e margini d'errore, e pubblicano i risultati. Se ci sono differenze (cosa vuol dire "completamente diverse"?) non è un cattivo segnale, anzi". 

Crosetto allora invita il sondaggista a guardare bene i dati. "Il dato di Gualtieri è identico. Su Michetti, entrambi lo danno in testa sopra il 30%, con il margine d'errore i due dati si toccano ampiamente", replica Pregliasco. Peccato che i numeri dicono altro. 

 

Per il sondaggio di Ipsos Italia di Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera  il candidato del centrodestra Enrico Michetti con il 36% è stimato in vantaggio sul candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri (28,5%); a seguire Virginia Raggi con il 15,5% e Carlo Calenda con il 14%. Gli altri candidati fanno registrare valori molto contenuti, per un totale del 6%, mentre gli indecisi di attestano al 32,8%.  Riguardo alle preferenze di lista si raccomanda grande cautela nella lettura delle stime, tenuto conto della complessità da parte degli intervistati nella scelta tra 39 diversi soggetti. Ebbene il Pd è accreditato del 22,8%, FdI si attesta al 18,2%, la Lega al 14% e Forza Italia-Udc al 4,8%. Confrontando i voti attribuiti alle coalizioni con quelli stimati per i candidati si osserva che Michetti e Gualtieri otterrebbero meno voti rispetto alle coalizioni che li sostengono, mentre Raggi e Calenda sono accreditati di un risultato superiore a quello della lista. Quanto al ballottaggio, nell’ipotesi di una sfida tra Michetti e Gualtieri, a differenza di quanto emergerebbe al primo turno le stime danno in vantaggio l’ex ministro per 53% a 47%, grazie soprattutto al voto prevalente di coloro che al primo turno intendono votare per Raggi (75%) e per Calenda (83%).

La fotografia scattata da Swg vede sempre una situazione di bipolarismo centrodestra-centrosinistra con Michetti e Gualtieri, ma le percentuali sono diverse. La rilevazione dà Michetti primo classificato in una forchetta che va dal 29 al 33 per cento. Lo incalza Gualtieri con il 26-30 per cento. Seguono Calenda (18-22 per cento), Raggi (15-19 per cento) e gli altri (3-5 per cento). Poi però al ballottaggio, secondo questi rilevamenti, prevarrebbe il candidato del centrosinistra per 58 a 42, forte dell’arrivo di una quota dei voti andati ai calendisti e ai grillini in prima battuta. 

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