Green pass obbligatorio anche per gli onorevoli. Solo Claudio Borghi si oppone: "Farò ricorso"
L’obbligo del green pass per entrare in Parlamento non divide la politica. Anzi, al contrario, è un coro di sì a favore dell’estensione della certificazione verde per deputati e senatori. A dirsi favorevole alla misura anche Matteo Salvini: «Se la politica impone il green pass ai lavoratori, e addirittura a chi fa volontariato, è ovvio che i politici devono essere i primi a rispettare queste regole, a partire dal Parlamento. Punto», afferma il leader leghista mentre è in corso il Cdm che ha definito il nuovo decreto contenente l’estensione dell’obbligo del passaporto verde a tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato.
Green pass al lavoro, il decreto obbliga anche i parlamentari e divide i partiti
Al termine della cabina di regia che ha preceduto la riunione del Consiglio dei ministri, è emerso che la nuova misura sarà valida anche per gli organi elettivi e istituzionali, mentre i tre organi costituzionali (Parlamento, Corte costituzionale e Presidenza della Repubblica), in rispetto della loro autodichia, potranno «autoregolamentarsi» e «adeguarsi in coerenza». E sia la Camera che il Senato sono pronti a farlo, come del resto - viene fatto notare - è sempre avvenuto finora rispetto a tutte le misure anti Covid adottate dal governo. Toccherà ai rispetti uffici di Presidenza e alle Conferenze dei capigruppo (alla Camera possibile già mercoledì prossimo) stabilire se l’estensione varrà anche per accedere nei due palazzi e, soprattutto, per deputati e senatori per entrare in Aula.
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«Il Parlamento accolga l’invito del governo a estendere l’obbligo di green pass anche a senatori, deputati e personale di Palazzo Madama e Montecitorio. I gruppi del Pd, nel pieno rispetto dell’autonomia delle Camere e sottolineando come siano sempre e prontamente state seguite le regole previste per il contrasto al contagio, ritengono che questa linea debba essere adottata quanto prima», affermano le capogruppo dem Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, convinte che sia «importante che il Parlamento dia l’esempio». Anche il costituzionalista e deputato del Pd Stefano Ceccanti osserva: «Di fronte all’espansione generalizzata del green pass nessuno capirebbe se restasse un’esenzione per i parlamentari».
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Dello stesso avviso la capogruppo di Iv alla Camera Maria Elena Boschi, che rivendica: «Siamo stati i primi, già a luglio, a chiedere, con una lettera ai presidenti di Camera e Senato, che il green pass fosse il requisito per accedere in Parlamento. Oggi è il governo a invitare il Parlamento e gli altri organi costituzionali ad adeguarsi sull’obbligo e ci auguriamo che la Camera si attivi subito». Favorevoli alla misura anche i 5 stelle. Spiega Carlo Sibilia: «È doveroso dare il buon esempio, come tutti i lavoratori anche i membri delle istituzioni e dunque i parlamentari devono adeguarsi alle norme anti Covid». Sulla stessa lunghezza d’onda Forza Italia: «Siamo da sempre favorevoli al green pass. È per questo che chiediamo di estenderlo subito anche alla Camera e al Senato», afferma Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di presidenza del partito azzurro. Il dem Andrea Marcucci ricorda di aver «chiesto ai presidenti delle Camere di passare al green pass a partire dal mese di agosto. Sono contento che ora sia stato il governo a chiedere al Parlamento di adeguarsi. Il tempo della melina è terminato».
Il vicecapogruppo di Coraggio Italia, Emilio Carelli, spiega di «condividere pienamente l’ipotesi, che sta avanzando in queste ore, di chiedere a Camera e Senato di adeguarsi all’obbligo del green pass». Anche FdI, pur contestando da sempre la misura varata dal governo, ha più volte insistito che l’obbligo valga anche per i parlamentari, portando la questione in Aula e in capigruppo.
Al momento l’unica voce in dissenso è quella del leghista Claudio Borghi, che non esclude di ricorrere alla Consulta: «Sono contrario all’estensione dell’obbligo di green pass per accedere in Parlamento. Intendo aspettare che il provvedimento arrivi in Aula e lì posso adire la Corte costituzionale». Il deputato leghista precisa: «Non voglio che si pensi che sono contrario perchè ritengo che il parlamentare debba essere privilegiato. Anzi, sono contrario all’estensione dell’obbligo a tutti i lavoratori».