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Processo Ruby ter, "perizia psichiatrica". Lo schiaffo di Silvio Berlusconi ai giudici

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Silvio Berlusconi non vuole sottoporsi alla “ampia e illimitata perizia psichiatrica” disposta ieri dai giudici di Milano che stanno celebrando il processo Ruby ter, che ritiene “lesiva” della sua “storia e onorabilità”. Proprio per questo, il leader di Forza Italia rinuncia al legittimo impedimento e esprime il suo “pieno consenso che il processo si celebri” in sua “assenza”. E' questo il messaggio che il Cavaliere ha affidato a una dichiarazione firmata, indirizzata al presidente della settima sezione penale Marco Tremolada, davanti alla quale si celebra il processo che lo vede imputato con altre 28 persone, accusate a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Processo a lungo rimandato proprio per venire incontro alle esigenze di salute di Berlusconi, che sta affrontando gli strascichi del long Covid.

“L'ipotesi di sottopormi ad una ampia ed illimitata perizia psichiatrica da parte del Tribunale – chiarisce Berlusconi - dimostra, per ciò che ho fatto nella vita in molteplici settori fra cui l'imprenditoria, lo sport e la politica, un evidente ed incredibile stravolgimento della realtà nell’ambito di questo ingiusto processo. Non posso quindi accettare tale decisione, che è lesiva della mia storia e della mia onorabilità”.

"La decisione di sottopormi a perizia non solo medico-legale e cardiologica - rincara la dose - ma anche psichiatrica appare al di fuori di ogni logica e del tutto incongrua rispetto alla mia storia e al mio presente”.

Anche se ne deriverà un “evidente pregiudizio”, il leader di Forza Italia accetta dunque che “si proceda” in sua “assenza alla celebrazione di un processo, che neppure sarebbe dovuto iniziare, nella consapevolezza che, anche se ciò dovesse accadere successivamente, verrà riconosciuta la assoluta correttezza del mio comportamento e sarò assolto da ogni accusa”.

Dopo una lunga serie di rinvii, prima dell'estate, preso atto della documentazione medica fornita dalla difesa del Cavaliere, la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio avevano chiesto ai giudici di stralciare la sua posizione rispetto a quella degli altri imputati per poter celebrare il processo. Istanza che era stata respinta. Dopo l'estate, però, il quadro clinico del leader di Forza Italia, così come emergeva dai certificati medici depositati dalla difesa il 6 settembre, pareva migliorato. Nonostante questo l'avvocato Federico Cecconi in aula l'8 settembre aveva chiesto nuovamente il legittimo impedimento. Istanza alla quale la procura si era opposta, rilevando come la situazione di Berlusconi fosse da imputare alla sua "vecchiaia", ma non per questo era da ritenersi impossibilitato a stare in giudizio. Toni e modi, quelli dei rappresentanti dell'accusa, reputati da Berlusconi "davvero inaccettabili" sia nei suoi confronti che in quelli dei medici che lo avevano visitato molte volte.

Abbastanza, però, perché i giudici disponessero una perizia sulle sue condizioni di salute e ieri assegnassero l'incarico di esaminare il Cavaliere al professor Roberto Zoia, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Milano, affiancato dalla psichiatra Ilaria Rossetto e dal cardiologo Andrea Finzi. Perizia che adesso non verrà eseguita e dunque la corte fisserà una nuova udienza, più ravvicinata rispetto al 17 novembre, fissato in previsione delle analisi cliniche, per proseguire con l'istruttoria dibattimentale"

La rinuncia al legittimo impedimento, però, "inevitabilmente" rischia "di costituire un grave vulnus per la difesa" di Berlusconi, malato e impossibilitato a partecipare ale udienze, "in un momento particolarmente delicato del processo", chiarisce il suo legale, l'avvocato Federico Cecconi, che continua a confidare "nel sereno accertamento dei fatti e in una rapida assoluzione del Presidente Berlusconi da ogni imputazione”. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'avvocato Niccolò Ghedini, storico difensore del Cavaliere ai processi del Rubygate, che parla di “mania accusatoria” lunga un trentennio da parte dei magistrati. Anche i vertici di Forza Italia si uniscono nella difesa corale del Cavaliere. Per il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, “nessuna insensata perizia o sentenza potrà cancellare il ruolo del fondatore di Forza Italia e il consenso che gli italiani gli hanno assicurato negli anni”. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, assicura che tutto il partito "è al fianco" di Berlusconi "e rafforzerà il suo impegno per sconfiggere il Covid, per garantire stabilità e la realizzazione di tutte le riforme necessarie al nostro Paese".

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