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Raggi e Gualtieri statisti immaginari, le liti social nascondono il nulla

Francesco Storace
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Benvenuti all’asilo Mariuccia. Con mascherina o no, trovate ai primi banchi una signora che fa la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e uno che ha fatto il ministro dell’economia e aspira a prendere il posto della rivale, Roberto Gualtieri. Non spiegano. Giocano.

Da qualche giorno si comportano come bambini che hanno appena conosciuto il mondo del social. Cinguettano tra di loro in un crescendo demenziale. L’arena principale è twitter, ma non disdegnano Facebook. A partire con numeretti che assomigliano a disegnini delle elementari è la Raggi. Ogni giorno che Dio manda in terra, dal Campidoglio parte il tweet. Ieri, ad esempio, Virginia ha scritto a Roberto: «Giorno 5. Allora ci vuoi dire dove vuoi fare la discarica a Roma? I cittadini stanno ancora aspettando». «Giorno 5» sta per la quinta goccia cinese quotidiana sul capo di Gualtieri.

Che risponde, anche lui con uno sforzo numerario: «Giorno 1.909 di amministrazione Raggi e ancora Roma è in queste condizioni. Dopo mirabolanti promesse (corredando il tutto con fotografie deprimenti di immondizia lungo le strade della città) questo è il risultato. Le romane e i romani meritano di meglio. Voltiamo pagina!». E così il giorno prima. E così si ripeteranno domani.

È il momento di dire basta. Con i suoi tweet la Raggi ricorda a Gualtieri che bisogna indicare un sito per la discarica di Roma per i rifiuti, come pretende la regione Lazio di Zingaretti. Con le sue risposte, Gualtieri racconta il periodo da quando governa la Raggi senza aver risolto i problemi. Poveri uomini dello staff costretti a contare i rispettivi giorni. E Dio non voglia che la sindaca si metta in testa di indicare i giorni di governo della regione da parte di Zingaretti, che non si finisce più. Nessuno dei due dice però come risolverà il problema dei rifiuti della Capitale in caso di elezione a sindaco. Anche perchè sia il Comune che la Regione Lazio una sola intesa hanno trovato sul tema: portarli altrove e aumentare le tariffe a carico dei cittaidni romani.

Ecco, da chi aspira alla conferma in un caso o all’elezione in un altro, ci si aspettano indicazioni chiare e non tambureggiamenti sulla tastiera dello smartphone in una gara a conquistare sorrisini senza senso. Sono le proposte quelle che mancano. Ed è per questo eloquente quel 44% di indecisi al voto che è testimoniato dai sondaggi. Se i politici sono così, si capisce perchè il centrodestra abbia preferito virare su un candidato civico come Enrico Michetti. Che magari non perde tempo a polemizzare con gli avversari, ma si industria a cercare soluzioni. Quegli altri non lo capiscono. (Francesco Storace)
 

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