Questo vaccino non elimina la circolazione del virus, la verità di Galli sul covid
L’obbligo vaccinale continua a far discutere negli studi de “L’aria che tira”. La puntata di martedì 14 settembre del programma di approfondimento mattutino in onda su La7, sotto la conduzione di Myrta Merlino, ospita il professore ordinario di Malattie Infettive all'università Statale di Milano. Dopo aver espresso la sua preoccupazione per il rientro a scuola dei ragazzi, tema attorno al quale Galli guarda con criticità, il primario dell’Ospedale Sacco scioglie i dubbi della conduttrice circa l’utilità dell’obbligatorietà e più personalmente sul proprio futuro professionale.
“Per spegnere l’incendio l’obbligo vaccinale può essere un buon sistema?”, chiede la Merlino. “L’obbligo vaccinale mi mette nelle condizioni di mettere ancora più in crisi il virus, limitando in maniera drastica la sua circolazione. Ecco se noi avessimo un vaccino specificatamente tarato sulla variante delta e l’obbligo vaccinale per applicarlo è altamente verosimile che ci troveremmo di fronte ad un periodo libero o semilibero dalla presenza dell’infezione in circolo”, spiega l’infettivologo. Il vaccino attuale ha comunque garantito una protezione per la manifestazione della malattia grave ma “questo vaccino, che ha fatto veramente molto, non consente una totale eliminazione della circolazione del virus. Cosa da cui poi possono derivare dichiarazioni piuttosto originali da parte di certa politica".
Piano con la terza dose, gli scienziati la sconsigliano
Sull’ipotesi di una terza o addirittura quarta dose per rafforzare gli anticorpi contro il virus, Galli fa sapere: “L’impressione è che, se arrivasse dall’estero qualcos’altro che non risponde perfettamente e non viene eliminata dalla vaccinazione che abbiamo, allora bisogna adeguarlo un’altra volta. Un po’ come succede con il vaccino per l’influenza, ogni anno dobbiamo ripetere la vaccinazione contemplando i nuovi ceppi che nel frattempo hanno circolato”.
Immancabile, infine, un richiamo al futuro accademico del professore che, entro la fine dell’anno, andrà ufficialmente in pensione. “Lei mi ha detto che voleva andare in pensione. Ho visto una gran riunione con i suoi collaboratori nel fuorionda. Che succede?”, chiede la Merlino. “Attenzione, non è che io voglia andare in pensione ma al compimento del settantesimo anno, alla fine dell’anno accademico uno va a casa, funziona così. Sono gli ultimi 40 giorni in ospedale come primario”. “Ma io continuo a vederla no? Non è che si dimette anche da me”, scherza la giornalista. Galli non sembra vagliare l’ipotesi: “Beh, non credo che andrò in obsolescenza totale voglio dire...Continuerò a fare le mie cose, a fare ricerca, ho degli obiettivi, ho dei programmi di ricerca che mi piacerebbe sviluppare assieme ai miei colleghi”.