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Se hai i soldi eviti l'obbligo, l'ideona del solito Librandi sul vaccino

Francesco Storace
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La gara a chi è più bravo. Ai muscolari del vaccino. Agli esibizionisti da pandemia. Sono tic che non prendono solo i no vax, ma anche gli ultrà del siero, soprattutto se stanno in Parlamento. Che sono retribuiti per risolvere problemi e non per aggravarli ulteriormente.
Il tema è l’obbligatorietà del vaccino anti Covid da far valere per l’intera popolazione. Persino il governo di Mario Draghi pare ancora prudente dopo le iniziali dichiarazioni del premier, perché occorre agire sapendo che tipo di arma si ha in mano. Ponendosi almeno tre domande che sono importanti per chi voglia gestire seriamente la lotta alla pandemia.


1. La Costituzione fino a che punto tollera l’obbligatorietà del vaccino?
2. Come trattare chi non intende subire l’iniezione «per forza»?
3. Bisogna prevedere risarcimenti per eventuali danni dall’inoculazione del siero? O dobbiamo anche continuare a sottoscrivere un consenso informato che non tutti riescono a comprendere e che accettano di firmare come una specie di atto di fede?
Domande a cui bisogna dare risposte serie, proprio per una efficace campagna vaccinale persino se si intende passare dalla persuasione alla costrizione. Tema che pone problemi costituzionalmente delicati, che non si possono affrontare con la scimitarra, proprio se si è convinti della necessità di sconfiggere il Covid con il vaccino.
Tutti ci riflettono più o meno con la serietà che è necessaria, tranne uno. Parte lancia in resta il solito, Gianfranco Librandi di Italia Viva, che deposita alla Camera una proposta di legge per stabilire appunto l’obbligo vaccinale per tutti. Mentre il governo ci ragiona sopra e ancora non decide, ci pensa lui a tramortire tutti con una proposta senza capo né coda, tanto per parlarne.

Assegnata in questi giorni alla commissione affari sociali, la trovata di Librandi arriva come un fulmine di guerra: date il braccio alla Patria. E mica si pone il problema di risarcimenti per eventuali danni. Macché: il ricco (lo è) deputato renziano multa il popolo se non si assoggetta alla pratica. Ora, a parte il fatto che se c’è qualche milione di persone non ancora vaccinate diventa complicato inseguirle tutte, è suggestiva la ratio della proposta. Multe fino a 10.000 euro, come se si debba far cassa e costringere in alternativa al vaccino al prestito in banca o presso una società finanziaria. Il messaggio può provocare anche l’effetto opposto: se paghi il multone, o hai i quattrini che ha Librandi, puoi non fartelo.
Un delitto una proposta del genere? No, semplicemente inutile allo scopo. Quando ad esempio Licia Ronzulli di Forza Italia si è posta il problema dell’obbligo, lo ha limitato nel suo iniziale disegno di legge prima ai lavoratori della sanità e successivamente a quelli della scuola. Con motivazioni, condivisibili o meno, ma c’erano.

Nella relazione che accompagna il progetto di Librandi, non una parola per motivare – nella relazione – la strada indicata al Parlamento. Solo una modalità per emergere in maniera esibizionistica su un tema che è davvero delicato. Librandi, invece, pretende l’obbligo vaccinale per praticamente tutti quelli che circolano in Italia («cittadini italiani e soggetti residenti in Italia»). Se non lo fanno multone da mille a diecimila euro. Senza scrivere perché. E ovviamente niente può essere previsto per i clandestini, che non sono né cittadini italiani né soggetti residenti in Italia. Ma non bastava Luciana Lamorgese per roba del genere? Ieri abbiamo letto su "La Repubblica" un’intervista al professor Roberto Romboli, costituzionalista dell’università di Pisa: «L’obbligo di vaccino generale porrebbe maggiori problemi sul piano delle sanzioni a chi si rifiuta di farlo». E proprio per questo il suggerimento al governo è «insistere ancora sul piano delle raccomandazioni e dell’estensione del green pass». Librandi no, va avanti come un carro armato. Poi cercano gli estremisti altrove... (Francesco Storace)
 

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